Mozione del consigliere Giuseppe Peda’ in materia di acquisizione dei servizi professionali ed equo compenso
Il Consigliere regionale Giuseppe Pedà – con propria mozione presentata nella giornata di ieri – ha formalmente richiesto al Presidente della Giunta Regionale ed a tutto l’esecutivo di “ adottare tutte le misure utili a garantire che l’amministrazione regionale e tutti gli enti da questa vigilati e/o controllati, applichino una serie di criteri idonei a garantire un equo compenso a tutte le categorie di liberi professionisti nel rispetto dei principi di equità, di dignità economica e sociale dei lavoratori e delle lavoratrici autonome.
Quello dell’applicazione dell’ “Equo compenso” ai liberi professionisti costituisce un tema di particolare rilevanza nell’ambito della normativa in tema di anticorruzione, che ha focalizzato l’interesse dell’ANAC che ha previsto apposite linee guida al fine di garantire la massima tutela di liberi professionisti.
Ciò in attuazione dell’articolo 19-quaterdecies, comma 3, del decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito con modificazioni dalla legge 4 dicembre 2017, n. 172, con l’inserimento dell’articolo 13 bis delle legge 31 dicembre 2012, n. 247, ha sancito l’obbligo per la pubblica amministrazione di garantire il principio dell’equo compenso per le prestazioni rese dai professionisti per incarichi affidati dopo la data di entrata in vigore della legge di conversione.
Da qui la richiesta del Consigliere Pedà che, focalizzando l’attenzione dell’esecutivo regionale sull’obbligo degli organi regionali di uniformarsi all’obbligo di applicazioni di tali norme, richiama l’attenzione su un tema delicatissimo ed esteso a tutte le categorie di liberi professionisti.
Il parametro per stabilire l’«equità» del compenso è simile a quello dell’articolo 36 della Costituzione sulla retribuzione del dipendente: il compenso deve essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle responsabilità della prestazione.
In considerazione di ciò , è stato richiesto che “ i compensi siano determinati nel rispetto della legge 127/2017 che fa riferimento per la valutazione dell’equità del compenso pattuito ai decreti ministeriali che fissano i parametri da utilizzare nella liquidazione dei compensi da parte degli organi giurisdizionali” e che “ nella impostazione degli atti delle procedure concorsuali e di individuazione del contraente i compensi come sopra detti siano utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo a base di gara”.
E’ stato inoltre espressamente richiesto l’esclusione di criteri di valutazione delle offerte potenzialmente idonee ad alterare l’equilibrio tra le prestazioni professionali da effettuare ed il compenso stabilito ( quali ad esempio la previsione di prestazioni aggiuntive a titolo gratuito) nonché l’inserimento nei contratti di clausole vessatorie.