l’Europa si colora di verde: cosa si propone con il Patto Verde? Al.Tallarita

L’Unione europea si pone ad essere leader mondiale della rivoluzione tecno-economica che si colora di verde.
Verrà ripensata l’economia capitalistica.
Già nel 2012 emissioni di gas serra, sono diminuite del 18% rispetto alle emissioni del 1990. Il nuovo obiettivo europeo è arrivare al 2030 al -40% di emissioni di gas serra.
La quota di energia da fonti rinnovabili è aumentata del 13% nel 2012.
Con aumento previsto al 21% entro il 2020 e 24% entro il 2030.
L’economia europea ha diminuito l’intensità energetica del 24% tra il 1995 e il 2011 mentre il miglioramento da parte dell’industria è stato di circa il 30%.
La Commissione europea l’11 dicembre 2019 ha presentato il “Patto verde europeo”, un ‘piano Marshall per il clima’ per la decarbonizzazione. Piano sostenuto, come fu allora, da ampi investimenti.
L’idea è di portare l’Unione Europea ad una completa decarbonizzazione.
Tra innovazione tecnologica e integrazione economica, facendo fronte a tutti i costi sociali che ne derivano. Dato che volendo digitalizzare e modernizzarne le tecnologie, nei sistemi di lavoro, impresa, produzione considerate da superare, vi era gente che lavorava e guadagnava. Per cui bisognerà creare delle immediate alternative di riposizionamento.
I cittadini riceveranno agevolazioni e opportunità di lavoro in nuovi settori, possibilità di riqualificazione ed efficienza energetica degli alloggi. Con investimenti per transitare verso un’energia pulita.
Mentre per le aziende, industrie o filiere con forti emissioni di CO2 si cercherà una transizione che possa sostenere tecnologie a basse emissioni, diversificazione economica sulla base di investimenti e posti di lavoro resilienti ai cambiamenti climatici, condizioni favorevoli per gli investimenti, accesso ai prestiti e al sostegno finanziario. Investimenti per la creazione di nuove aziende, PMI e start-up. E promozione dell’attività di ricerca e innovazione.
La base di riferimento, per il piano verde,
è quella del rapporto dell’ente consultivo delle ‘Nazioni Unite Intergovernmental panel on climate change’.
Da cui escono le analisi di un aumento delle temperature globali di 1,5 gradi.
Nel World Economic Forum si è additata l’economia capitalistica di dissipare le risorse naturali e alterare il clima.
Si è discussa l’idea sull’incompatibilità tra crescita economica e cambiamento climatico.
Il ‘Patto verde europeo’ trova concretezza con la Comunicazione sul Piano di investimenti per realizzarlo, proposto nel ‘Just Transition fund’, che si occupa di soggetti e territori danneggiati dalla transizione energetica.
L’UE già al 2012 ha installato il 44% dell’elettricità rinnovabile del mondo.
Usando energia solare ed eolica si sono ridotti i prezzi all’ingrosso dell’energia.
Il carbonio dell’economia dell’UE è diminuito del 28% tra il 1995 e il 2010.
L’obiettivo è la riduzione di ancora un 20% dal 2020 al 2030.
Con la volontà di porsi all’avanguardia nelle industrie. Guardando al rispetto climatico e nelle nuove tecnologie.
Quella che si vuole operare è una transizione equa, verso un’economia climaticamente neutra, con sostegni mirati a contribuire a mobilitare almeno 150 miliardi di euro nel periodo 2021-2027 nelle regioni più colpite.
Per non fare risentire dell’impatto socioeconomico della transizione.
Tutti gli Stati membri avranno dei sostegni, in particolare le regioni a più alta intensità di emissioni di CO2, occupati nel settore dei combustibili fossili. Gli Stati membri presentano dei piani territoriali e vi aderiscono. Individuano i territori a cui destinare i sostegni. Entro la transizione green fino al 2030.
Sono dieci i punti principali a cui L’Europa punta: un’ Europa “climaticamente neutra”.
Raggiungere le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050 definendo una legge sul clima. Ridurre il 50-55% delle emissioni di gas a effetto serra oltre l’obiettivo del 40%. Realizzare un cambiamento dell’uso del suolo, di cui se ne occupa la Direttiva LULUCF.
Le foreste dell’UE assorbono quasi il 10% delle emissioni di gas serra dell’UE ogni anno. Pertanto suolo e la silvicoltura – contribuiscono alla politica climatica.
Il regolamento LULUCF impone agli Stati membri di equilibrare le emissioni e gli assorbimenti derivanti dall’uso del suolo entro il 2030. È la prima volta che il settore dell’uso del suolo è inserito nella politica climatica dell’UE. Inerente emissioni e assorbimenti di gas a effetto serra, risultanti dall’uso del suolo, è stato adottato dal Consiglio il 14 maggio 2018, votato dal Parlamento. L’obiettivo di emissione per ogni Stato membro è una riduzione del 30% UE entro il 2030. Si propone un’integrazione del settore intelligente dell’elettricità, del gas e del riscaldamento, per sfruttare l’eolico. Creare un’ economia circolare, come parte di una nuova strategia industriale dell’UE.
Utilizzare, per realizzare i prodotti, materiali che possano essere riutilizzati e riciclati. Altro obiettivo è che le industrie ad alta intensità di carbonio, come quelle dell’acciaio, cemento e tessile ricevano nuovi piani per l’economia circolare. Ripensando anche alla produzione dell’acciaio, per esempio utilizzando l’idrogeno entro il 2030. E a una nuova normativa per riutilizzare le batterie riciclabili. L’idea è quella di raggiungere l’obiettivo di inquinamento zero entro il 2050. Ed in ciò rientra anche la volontà di aumentare e incentivare la ristrutturazione degli edifici. Promuovere i prodotti agricoli privi di deforestazione e la semina di più alberi in Europa. comoreso una riduzione significativa, dell’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti e antibiotici, per prodotti che siano sempre di più inseriti nella filiera: dalla fattoria alla tavola.
Per i Trasporti, l’obiettivo era 95gCO2 / km entro il 2021 procedendo verso lo zero al 2030. Entro il 2025 ogni nucleo abitativo avrà veicoli elettrici con un milione di punti di ricarica. Verranno promossi biocarburanti e idrogeno per il trasporto aereo, marittimo e pesante su strada. E vi saranno interventi per le regioni che dipendono dai combustibili fossili. Investimenti per l’innovazione di cento miliardi di euro per i prossimi sette anni 2021-2027 e programmi di ricerca e innovazione, vedi Horizon Europe entro il Green Deal.
Il 35% del finanziamento UE sulla ricerca è rivolto alle tecnologie che guardano al cambiamento climatico.
E quegli stati in cui l’uso del carbon fossile realmente è un problema come si comporteranno? Intanto la Cina risponde con il Vertice delle Nazioni Unite sulla biodiversità, continuando ad aderire allo sviluppo che guarda all’ambiente e alla nuova mentalità ecologica. Tra risultati ottenuti e attività per la conservazione della biodiversità. Entro una rinnovata società più rispettosa dell’ambiente, promossa dalla politica interna, dallo sviluppo sostenibile e dell’impegno civico. Il loro documento “Costruire un futuro condiviso per tutta la vita sulla Terra: la Cina in azione” apre la collaborazione per la costruzione di un nuovo mondo ‘vivace, pulito e bello’.

Link:
https://digital-members.weforum.org/intelligence
http://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/europarole/european-green-deal/
https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it
http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/clima/Regolamento_LULUCF_2018_841.pdf
https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2018/620206/EPRS_ATA(2018)620206_IT.pdf
https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal/actions-being-taken-eu/just-transition-mechanism_it

Fonti:
ANSA-XINHUA