Le Muse raccontano la Reggio della solidarietà con la responsabile della Casa Famiglia Fondata da don Oreste Benzi
Le Muse raccontano la Reggio della solidarietà con la responsabile della Casa Famiglia Fondata da don Oreste Benzi, la presidente de Il Corredino Sospeso e la referente di Cuore di maglia
Riprende a pieno ritmo la programmazione de l’Associazione culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria che con i classici appuntamenti domenicali racconta e fa emergere la parte sana e positiva della città metropolitana.
L’incontro – ha dichiarato Giuseppe Livoti -, in qualità di presidente, vuole essere il primo di una lunga serie, utile a narrare avvenimenti o situazioni collegati anche al periodo che stiamo vivendo, a fatti che seguono la realtà contingente che attestano come nella nostra città ci sono seri professionisti che si adoperano nella gratuità e nel silenzio per l’altro e gli ultimi. Da questo è nata l’interessante conversazione tenutasi in occasione della Giornata della Mamma 2022, le cui origini risalgono nell’America del 1908 con l’idea di Anna M. Jarvis, di far nascere un memoriale in onore di sua madre, attivista pacifista, il Mother’s Day, festa ormai storicizzata che in Italia approda nel 1933.
“Famiglie contemporanee” ha raccontato al pubblico l’dea di una nuova genitorialità con particolare attenzione al rapporto mamma – figlio. La serata ha visto la partecipazione di Rita Agnello, stimato dirigente Medico Pediatria GOM Reggio Calabria e Responsabile Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini Fondata da Don Oreste Benzi. La professionista ha esposto su come sia nato tutto per caso, ovvero, da quando il marito Domenico, a suo tempo giovane fidanzato, svolse il servizio civile a Rimini da Don Benzi. Da qui nasce e parte la loro apertura verso il mondo dell’infanzia. La conoscenza di Don Benzi ci portò ad aprirci alla vocazione ed allo spirito della Chiesa aprendo così una casa – comunità, oggi presente a Campo Calabro, struttura sempre pronta all’infanzia negata. La prima accoglienza fu un bambino di 11 anni, oggi quarantenne: con lui utilizzammo il metodo “home school”, facendo scoprire a questo giovane bambino, cose e situazioni che non aveva mai provato essendo stato in istituto da disabile. I bambini, dice l’Agnello hanno la necessità di utilizzare sempre e cmq la parola “mamma”, e questo ci ha condotti a portare avanti il messaggio di Don Benzi ovvero che c’è –una famiglia dentro casa e non – una casa con una famiglia -. La mia oggi, continua la professionista è composta da 3 figli naturali, quattro adozioni e tre accoglienze che mi hanno permesso di creare una “famiglia allargata” dove tutto cambia di valore. Ogni Casa che è una Comunità ha un responsabile di zona con cui relazionarsi: sul territorio esistono altre case-comunità come quelle di Locri o Catona, ma ognuno con la propria vita e le proprie storie. Per affido si intende che il bambino o la bambina ha una famiglia alle spalle che, pero’non puo’ gestire o aiutare il proprio figlio. Tanti i casi difficili in questi anni come quello di una nonna novantenne che aiutava due figli disabili ed un nipote di cinque anni ma impossibilitata per ovvi motivi a gestire tutta la situazione. Casi che con noi si possono risolvere, continua la dottoressa, e lo ha confermato in presenza alle Muse con una preziosa e sentita testimonianza, la presenza di Francesco, uomo di 40 anni che oggi pur se con delle diverse abilità alle gambe è cresciuto, ha una sua personalità, vita autonoma, fa parte di una squadra della Federazione Italaiana Nuoto, si è diplomato all’Istituto D’Arte e afferma che non esiste nessuna disabilità se non quella del cuore. Altra storia quella del “Corredino Sospeso”, storia raccontata da Eleonora Foderaro in rappresentanza di Simona Argento responsabile Corredino Sospeso e Presidente Progetto Permanente Associazione di Promozione Sociale Pandora. Tutto nasce con un appello su facebook anni fa – dice – chiedendo aiuto alle mamme per reperire abbigliamento e biberon per bambini poco fortunati e famiglie in difficoltà. A suo tempo abbiamo aderito all’appello della presidente ed ideatrice Argento, in sedici “mamme” volontarie attive, che, raccolgono corredini da 0 a 36 mesi. La nostra sede in viale Amendola è piccola ma dal cuore grande dice ancora la Foderaro: analizziamo i casi se veri e reali e consegnamo su appuntamento in totale privacy, quello che occorre. Al momento attuale, abbiamo piu’ di 500 donatori di materiale per bambini ma poco spazio come punto di raccolta. Anche alcune attività commerciali ci aiutano, con l’invenzione della lista sospesa che i liberi cittadini possono fare e supportare economicamente. Dal Progetto “Corredino Sospeso” si è passati a raccontare “Cuore di Maglia” che ha alle spalle una storia tenera e potente costruita giorno dopo giorno dai volontari sparsi in tutta Italia che realizzano a maglia morbidi cappellini, scarpine, dudù e copertine, per avvolgere, scaldare e colorare i piccini ricoverati in più di 90 reparti italiani di Terapia Intensiva Neonatale, commenta la referente Elisabetta Blanco. Siamo vicini a bambini e genitori, comprendiamo le problematiche delle TIN, e ci sentiamo parte della vita che lì scorre lenta, con emozioni intense che non risparmiano nessuno. Lavoriamo per sostenere e favorire la CARE, ha continuato la Blanco, il protocollo di cura e accudimento che contribuisce allo sviluppo dei piccoli e facilita le relazioni genitoriali nell’ambiente alieno della terapia intensiva. La nostra storia viaggia di città in città tant’è che siamo da poco presenti a Reggio Calabria, i nostri fili colorati uniscono persone e cuori di ogni età legati dalla passione per il lavoro a maglia e dalla generosità. Il Laboratorio di Lettura Interpretativa diretto da Clara Condello ha visto la partecipazione dell’artista Adele Leanza che ha creato l’atmosfera e raccontato i bei versi scritti dal mondo della musica dedicati alla figura della mamma. Inaugurata anche la personale dell’artista originaria di Taurianova Maria Grazia Musolino, mostra di pittura dal titolo “Madri e Figli” che riunisce l’operato della pittrice e scrittrice calabrese che esprime nel rapporto madre figlio e nell’identificazione del ruolo femminile, tutta una serie di simbologie dalla tematica sociale al suo ruolo all’interno del nucleo familiare.