Lamezia, basta uno sparuto gruppo di extra comunitari a gettare nel caos la città
Oramai è diventata consuetudine manifestare con conseguente occupazione da parte di un nucleo di migranti, in via Perugini, più esattamente di fronte l’entrata della Polizia di Stato, e come se non bastasse in un punto strategico che si trova in prossimità di uno svincolo primario che collega 4 arterie di comunicazione stradale sia in entrata che in uscita, e come se non bastasse paradossalmente fa collassare via Marconi, considerando che tanti automobilisti per accedere ai quartieri di Nicastro si riversano tutti sull’altro accesso.
Su ogni avvenimento vanno fatte le constatazioni del caso, considerando che secondo la mia opinione bisogna iniziare a valutare in modo globale tutta la vicenda per farmi un parere critico, perché solo se conosciamo a fondo possiamo valutare, altrimenti tutte le esternazioni sono dei giudizi che nella maggior parte dei casi sfociano in meccanismi non costruttivi.
Il passaggio che voglio evidenziare è di carattere culturale. Si dobbiamo fare un salto culturale. Ci dobbiamo attenere alle leggi che sono in vigore, senza dimenticare che se uno di noi Italiani che possiede una immagine, o qualche carica nella società o qualche fondo di risparmio economico, nel caso in cui ci esponiamo in qualsiasi cosa subito dopo siamo oggetti di attacchi di denunce e di querele, considerando ci possono spremere come limoni, quando nei medesimi casi si tratta di etnie rom o migranti, il pensiero predominante sta nel dire che non avendo niente, non pagano anche se condannati, quindi si va a fare una procedura inutile.
Beh partiamo da un dato di fatto, che si può cogliere in questo momento, ossia identificare ogni singolo extra comunitario che sta manifestando o che non sta manifestando e vedere se ha i permessi per rimanere in Italia, o come rifugiato politico/di guerra, o ha il permesso di lavoro o visto turistico, o nel caso che abbia i requisiti per lasciare la Calabria,venga espatriato. Nel caso contrario, senza requisiti o nella sua terra di origine non vive alcun conflitto, venga messo sul primo mezzo di trasporto disponibile e rimandato dalla propria famiglia, come succede in altri paesi di prestigio come Australia e Canada, che quando un individuo viola anche in fase di accesso una delle loro misure di sicurezza che potrebbe anche essere mentire su un dato dichiarato, gli viene immediatamente fatto un processo e decidono se farlo rimanere o lo rispediscono subito a casa.
Io ancora sogno un paese nel quale ci siano regole e mi sento tutelato, e sento tutelata tutta la mia collettività.
Faccio un ultimo appunto alle forze politiche di ogni colore facendo un riferimento personale, quando mi sono trovato a simpatizzare per un movimento specifico ero io vittima di giudizio, cioè giudicavo in maniera errata perché mi davano dei filtri discriminatori, ho sbagliato con persone fantastiche accusandole di appartenere ad altre ideologie politiche, oggi a tutti coloro gli chiedo scusa, ma ero solo vittima di filtri indotti. Prima della politica ci vuole rispetto verso la persona.
Francesco Mendicino, Rinascita di Lamezia