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La collega Baldino non ha bisogno di descrivermi come nemico giurato dei poveri per dimostrare che, politicamente, esista

Primo perché la campagna elettorale è finita da un pezzo.

In secondo luogo perché le castronerie sono come le bugie, hanno le gambe corte.

Figuriamoci se una persona come il sottoscritto, che ha sempre tratto energia e stimoli per fare politica dal contatto diretto con le fasce più deboli della popolazione, può prendersela con chi subisce il disagio.

Sarebbe, anzi è una barzelletta, che l’onorevole Baldino ha saputo raccontare peraltro facendo ridere.

Il punto è un altro.

Uno dei pensieri sul quale ho basato la campagna elettorale nel collegio uninominale, dove la Baldino ha perso, poggia sulla convinzione che l’attuale formulazione del reddito di cittadinanza dà, per paradosso, vita a innumerevoli squilibri sociali che offendono, loro sì, i poveri e che rischiano di travolgere la ratio della misura.

Nel senso che la percepiscono un sacco tra papponi e furbetti, cosa non più tollerabile alla luce del fatto che il privilegio a costoro glielo pagano gli italiani onesti.

Questo spiega la ragione per la quale vada radicalmente cambiata.

Sottolineo radicalmente.

Averla difesa, invece, incondizionatamente, avrà pure portato voti, ma anche un pò di disonore.

 

Lo dichiara il deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele.