Israele-Palestina: quello della striscia di Gaza è un conflitto non risolto, anche in tempi di tregua… Di Al. Tallarita
Che questa tregua funzioni se lo augura il mondo, ma fino a quando?.. dipende da molti fattori.Solamente atteggiamenti molto diversi, da parte della Palestina, potrebbero portare avanti l’idea dell’indipendenza.
Che di per sé è condivisibile, ma viene portata avanti con degli strumenti, dei modi, delle strategie e delle associazioni politiche, come attori, i cui metodi sono altamente discutibili e affinché non si faccia della facile propaganda, tenterò di chiarire, cosa c’è dietro.
Di certo, la decisione di Abu Mazen, di rinviare le elezioni palestinesi, ha reso acre un clima già teso, entro cui è maturato, il conflitto recente.
Ma non di certo gli attacchi missilistici, di 2.900 razzi da Gaza, contro civili israeliani… Può essere considerato moderato. E ricerca legittima di indipendenza.
Lo aveva reso noto il portavoce dell’esercito israeliano. Ma ora dopo il cessate il fuoco pare si tratti di 4.400 razzi, al 16 maggio 2021. Alcuni non hanno superato il territorio della Striscia di Gaza, per difetti tecnici, altri sono stati intercettati dalla Iron Dome. La difesa contraerea israeliana.
Ma come possono essere considerati una mossa strategica accettabile? Si fa fatica anche solo a pensarlo eppure il mondo è diviso fra israeliani e palestinesi.
Si è trattato di una pesante offensiva notturna. I razzi da Gaza sono partiti contro Israele, da parte di Hamas, è solo questo dovrebbe aiutare a capire oggi il conflitto dove è arrivato. Ma anche quanto in ballo le varie alleanze internazionali. Quella americana e quella europea, le varie facce del mondo arabo, la Turchia e anche la Russia, siano non solo importanti, ma anche fortemente divisive e segnino il tempo di questi scontri. Delineando i contorni di una ‘guerra di 11 giorni’, a causa degli obiettivi puntati da Hamas e della Jihad Islamica.
Per capire bisogna sapere anche le evoluzioni storiche, dietro alla voce ‘Palestina libera’ nella bocca di tanti giovani o pseudo intellettuali, non si può negare un percorso pericoloso e terroristico dietro a un desiderio di indipendenza, che protratto da azioni terroristiche, lo trasforma in delirio. Indipendenza che Hamas, non aiuta di certo, a ottenere. Che usa i tunnel sotto le mura, di divisione tra Gaza e Israele, per contrabbandare armi.
Israele si è trovata costretta a rispondere. La questione, non potrà essere risolta pacificamente, adesso è chiaro.
Non è come è successo dell’Irlanda del Nord, dove attivisti si sono operati a fare addirittura lo sciopero della fame, a morire per la causa pacificamente, qui si va.. di attacchi con i razzi ..ad attacchi di guerra.
È terrorismo.
A cui Israele dovrebbe tacere.. e si mettono appositimente, postazioni militari vicino a dove sono i civili, così che appena Israele si trova costretta a rispondere, si grida allo scandalo dei morti civili.
Ora partiamo dall’inizio, con uno scorcio storico, su quello che è successo in quei territori.
Da XIX secolo agli inizi del XX si apre la ‘aliyà’, ondate migratorie di ebrei arrivano nella Terra dei Padri. Letteralmente, aliyà che significa Ascesa (ad una meta). Arrivano in Palestina gli ‘aliyòt’ da Europa e Russia.
Immigrazione ebraica e sogno sionista, di unire tutto il popolo errante in una unica patria, che già dai primi anni del Novecento, suscitò le ire della comunità arabo palestinese.
Gli studi e pubblicazioni dal diritto sulla Terra d’Israele di Gordon, al ‘Outline of Program for the Jewish Resettlement of Palestine’, per la colonizzazione ebraica della Palestina e il Palestine Foundation Fund, segnano il passo di una storia difficile.
La Dichiarazione Balfour del 1917 riconobbe la causa del movimento ebraico, dall’Europa. Che ha colonizzato quei territori.
Mentre i volantini, già a partire dal 1919, da Gerusalemme e Giaffa, circolavano nella popolazione araba per resistere. Per fermare l’immigrazione ebraica in Palestina.
Ebbe così inizio la lotta condotta dal movimento nazionale palestinese, contro la politica britannica.
Ma questo desiderio, nel tempo si è unito ad associazioni, per cui fine politico e strategico, si è rivelato in tutta la sua barbarie.
Hamas, il terrorismo sa cosa sia e vi spiego perché. Ora, per chi lo avesse dimenticato, oltre ad essere la Jihad islamica, un’Organizzazione islamista ‘radicale’ egiziana, derivata dai ‘Fratelli musulmani’,
è nota per aver organizzato l’attentato al presidente egiziano A.Sadat nel 1981.
Posta fuori legge dal governo egiziano, è dal 1991 è stata guidata da A. al-Zawahi che dal 2011 è stato il capo di al-Qāʿida. Di cui il portale ‘Arab News Pakistan’, nel novembre 2020 ne annunciava la morte, per problemi asmatici, in Afghanistan. Oggi tra i massimi leader di Al-Qaeda ancora latitanti, c’è Saif Al-Adl, tra i terroristi più ricercati dell’Fbi dal 2001. Così come Muhammad Abbatay, meglio noto come Abd-al-Rahman al-Maghrebi, uno dei principali esponenti, con base in Iran.
Ora, parte con azioni politiche anti-britanniche, un movimento politico-religioso fondato da Ḥasan al-Bannā’ nel 1928 a Ismailia, prima in Egitto e poi nel mondo arabo-islamico: ‘al-Ikhwā’n al-muslimū’n’ ‘Fratellanza musulmana’. Riferimento delle organizzazioni integraliste, sotto osservazione per terrorismo.
Un movimento nazionale palestinese, che mirava a contrastare, la politica mandataria britannica pro Israele.
Il movimento, sostiene il ritorno al Corano, secondo i principi del modernismo islamico. Teorizza la creazione di uno stato islamico, come sistema unico religioso e civile, per la crescita economica e di solidarietà musulmana. In Libano, Iraq, Giordania, Palestina e in Siria e ricorre ad azioni terroristiche.
E adesso ascoltatemi bene, c’è un
programma del Dipartimento di Stato, degli Stati Uniti il ‘Reward for Justice ‘, che chiede di ricevere informazioni utili da chiunque, al fine di rompere i meccanismi finanziari del IRGC il ‘Corpo delle guardie della rivoluzione islamica dell’Iran’ finanziatrice di attentati e attività terroristiche. A cui è affiliata ‘Forza Quds’, Pasdaran, con attività terroristiche in Iran grazie a Hezbollah e Hamas.
L’IRGC è una divisione delle forze armate nata nel 1979, dopo la rivoluzione iraniana, è impegnata nelle campagne terroristiche del regime nel mondo.
Ora è chiaro?
Ḥamas è figlia della ‘Fratellanza musulmana’. Il Movimento della resistenza islamica, ‘Ḥaraka al-muqāwama al-islāmiyya’ nella Striscia di Gaza. Un’ organizzazione estremista palestinese, politica, religiosa, fondata da A.Yasin, che ha per obiettivo dal 1987, la liberazione della Palestina dalla presenza israeliana.
Al fine di creare lo Stato islamico…ma il problema… è ..che ha organizzato numerosi attentati terroristici. Favorendo la crescita del radicalismo fondamentalista.
Pur promuovendo attività assistenziali, che l’hanno portata a vincere le elezioni per il rinnovo del Parlamento della ANP, autorità nazionale della Palestina nel 2006.
Contro ‘al-Fatàh’, il movimento di liberazione nazionale palestinese, nato nel 1957, con Y. ‛Arafāt, che nel 1965 avviò la guerriglia contro Israele, a capo dell’Organizzazione per la libreazione della Palestina.
A seguito contratosi anche militarmente contro Hamas.
Quando nel 2011 Hamas fa un accordo con ‘al-Fatàh, con la mediazione dell’Egitto. Poi fatto saltare, per un ricatto, dopo aver incarcerato un soldato israeliano, Gilad Shalit, liberato in cambio del rilascio di mille prigionieri palestinesi. Nel 2012 prende le distanze dagli alleati regime siriano, Hezbollah e Iran, si avvicina alla linea filoccidentale. Nel 2014, arriva una nuova intesa e la nomina di R.Hamdullah a primo ministro, del governo di unità nazionale, poi dimessosi.
Nel 2015 in Cisgiordania e a Gerusalemme arriva una nuova ondata di violenza. Fino alla riconciliazione nel 2017, anno in cui si scioglie l’esecutivo di Ḥamas a Gaza. Il movimento accetta le condizioni dall’ANP e le elezioni anche con Gaza e Palestina.
Il forzato controllo della Striscia di Gaza, ha prodotto un inasprimento del conflitto con Israele. E violenti scontri nonostante le dichiarazioni bilaterali di tregua.
La strada ancora è troppo lunga e in salita.
Perché gli accordi geopolitici in ballo sono numerosi e quei territori interessano, anche per dei questioni economiche, ben precise.
Fonti:
www.adnkronos.com
https://www.treccani.it
www.repubblica.it
https://rewardsforjustice.net
Libri:
C.Vercelli, Israele.Una Storia dello Stato. Dal sogno alla realtà. Firenze, La Giuntina, 2007