Il partito comunista con i pastori Crotonesi

IL PARTITO COMUNISTA CON I PASTORI CROTONESI: Meglio ai maiali che agli industriali, responsabili del sangue bianco buttato dai pastori! Avanti nella lotta fino alla vittoria!
Due giorni fa, sulla scia di ciò che sta avvenendo in Sardegna, i pastori crotonesi si sono riuniti nel capoluogo per protestare contro il prezzo del latte ovino a 0,65 euro al litro. Troppo poco per poter continuare a fare il proprio lavoro e offrire una vita dignitosa alle proprie famiglie. Il Partito Comunista (PC) scende in piazza al fianco dei pastori e li sprona a continuare sulla via della lotta. Con l’obiettivo di ottenere un prezzo minimo del latte di 1 euro per litro e non solo.
In Calabria sono circa 6000 le micro-aziende produttrici di latte di pecora con una media di 3 operatori, quasi sempre familiari. Mentre i capi ovini sono circa 250.000. Questo numero garantisce una produzione annua di circa 300 milioni di litri di latte trasformabili in 50 mila quintali di formaggio. Una vera e propria miniera d’oro bianco quella su cui sono seduti i pastori calabresi. Eppure, i “baroni” dei caseifici, per la maggior parte italiani, per arricchirsi, con il ricatto di comprare il latte dagli allevamenti in est Europa, impongono il misero prezzo al litro di 0,65 euro. Questa concorrenza sleale al ribasso, incentivata dall’Unione Europea, fa sì che le condizioni di vita delle famiglie dei lavoratori della pastorizia diventano sempre più dure.
“Non solo riteniamo sia necessario un prezzo minimo del latte di 1 euro al litro – commenta Franco Adamo segretario regionale del PC – ma avanziamo una serie di proposte a medio-lungo termine per invertire questi processi di concentrazione e ripopolare le nostre campagne tramite il lavoro”
Le proposte del partito comunista in sintesi:
• l’immediata uscita dall’Unione Europea;
• l’eliminazione delle tasse sui piccoli pastori-agricoltori, proponendo invece una tassazione progressiva e basata sul reddito effettivo, tassando i profitti dei gruppi monopolistici;
• la riduzione dell’età di pensionamento: a 60 anni per i pastori-agricoltori uomini e 55 per le donne con pensioni dignitose, e una totale e gratuita sicurezza sociale per tutti i lavoratori delle campagne;
• il taglio delle imposte sulla produzione con la parola d’ordine “olio e latte esente da imposte”, l’abolizione dell’IVA sugli attrezzi agricoli, derrate alimentari, consumo popolare e servizi, il fissaggio di un prezzo minimo garantito per i prodotti agricoli e della pastorizia coprendo i costi di produzione e garantire un reddito di sopravvivenza e la continuazione dell’attività agricola, fermando così il costante ricatto dell’industria della grande distribuzione che impone “prezzi bassi” ai produttori agricoli.
Il partito comunista invita alla unione di classe dei piccoli e medi contadini calabresi ed alla lotta contro il governo, l’Unione Europea ed i grandi gruppi monopolistici, per un modello di agricoltura diverso: che allo sfruttamento sistematico dovuto all’anarchia della produzione si sostituisca una pianificazione dell’agricoltura così da garantire prodotti di qualità per il popolo ed un reddito dignitoso per tutti i lavoratori delle campagne.