Il Giorno della Memoria (da un’idea del Kiwanis Club “Palmi – Piana di Gioia Tauro”)realizzato dal Kiwanis International Distretto Italia San Marino
Il Kiwanis International è un Service Club fra i più antichi ed attivi al mondo.
Al servizio dei bambini del mondo, secondo il suo motto “serving the children of the world”, si dedica ad aiutare i bambini più bisognosi o meno fortunati nonché a creare i leaders di domani. Sono numerose e diversificate le attività svolte dai Soci del Service Club internazionale e fra queste il Club Palmi Piana di Gioia Tauro ha dato un’idea all’intero Distretto Italia San Marino affinché si realizzasse uno speciale. Il Club che da anni lavora in favore degli studenti, rivolgendosi a loro con programmi dedicati, ha realizzato quest’anno lo speciale che si intitola “Giusti in divisa” rievocando una pagina di storia, sconosciuta i più, i cui protagonisti sono i militari italiani della Quarta Armata che, nel novembre del 1942, occupò una area consistente della Francia del sud.
Nello speciale Kiwanis, curato dal prof. Emmanuele Saccà Chair distrettuale per il Giorno della Memoria e socio del Club palmese, sono racchiuse testimonianze di storici, esponenti religiosi, e, tratte dal film “ Le temp d’un repit “, le voci di chi visse quella straordinaria esperienza.
Lo speciale proposto in streaming a numerose scuole italiane e sanmarinesi, è stati diffuso il 27 gennaio 2023 ma è ancora fruibile in rete collegandosi al link https://youtu.be/OyarV-D3vW8
E pubblicizzato anche interviste al Prof. Saccà, rilasciate alla RAI, andata in onda sulla rubrica Rai Buongiorno del 27 gennaio scorso ma – soprattutto – tramite Radio Nizza che ha consentito all’evento di travalicare i confini nazionali.
Nelle corde del Club e del Distretto tutto è la collaborazione per gli anni futuri con altri Kiwanis Clubs europei, asiatici e americani e la realizzazione di una nuova edizione (la seconda) di un libro creato e realizzato da studenti sul triste ed irripetibile sterminio nazista.
Riportiamo la pagina di storia che tutti dovrebbero conoscere:
“In quella fase di guerra, era ancora ferrea l’alleanza tra Italia e Germania pertanto suscita grande ammirazione quello che accadde nella zona sotto controllo italiano : lì non ci furono violenze e persecuzioni nei confronti degli ebrei, le autorità italiane si limitarono ad assegnar loro delle residenze “protette” con il solo obbligo di presentarsi alla sera per firmare un registro delle presenze.
La notizia di questo comportamento umano si diffuse rapidamente in tutta Europa e in molti cercarono di raggiungere con ogni mezzo nei territori occupati dagli italiani.
Il solo villaggio di Saint Martin Vésubie, sulle alture di Nizza ospitò dai mille ai milleduecento ebrei che lì vissero, come dice il titolo del bellissimo film del regista André Waksman, il tempo di una tregua. Erano liberi di frequentare la scuola, di osservare i precetti religiosi, di ballare e cantare alla sera sui prati di Saint Martin. In quei villaggi ci furono anche matrimoni misti tra ebrei e francesi e alcune nascite. Si sentivano protetti dai militari italiani e anche dagli abitanti dei vari villaggi che li avevano accolti senza nessun pregiudizio.
Fu un colpo terribile l’armistizio dell’otto settembre ‘43. Nel caos che si creò tra militari, tra civili, tra ebrei rifugiati, ci fu un giovane ufficiale Federico Strobino che comprese subito i pericoli che incombevano sui suoi uomini e sugli ebrei. Strobino si prodigò per convincere tutti a fuggire, risalendo le Alpi, nella speranza di trovare la salvezza in Italia.
Da Saint Martin partirono in ottocento vecchi, malati, bambini, donne, li scortavano i militari di Strobino, percorsero ripidi sentieri già innevati con scarpette, vestiti leggeri: una marcia infernale che, ogni anno, viene commemorata dai pochissimi superstiti, dai loro figli e nipoti che arrivano da tutto il mondo e che si inerpicano per quegli stessi sentieri.
Purtroppo quegli sventurati e neppure i militari sapevano che le truppe tedesche erano già saldamente posizionate nel fondovalle del versante italiano delle Alpi.
Molti vennero catturati e messi sui treni per i campi di sterminio, altri furono nascosti da gente coraggiosa che vinse la paura di tremende rappresaglie, un gruppo consistente di militari raggiunse le formazioni della resistenza che agivano nelle valli del cuneese.
Nelle stesse ore di quella drammatica fuga, nella piccola guarnigione di Nizza, il Capitano Carlo Breviglieri e il Sottotenente Salvatore Bono dovettero scegliere se arrendersi con i loro compagni ai tedeschi e consegnare le armi o resistere senza speranze. Presero questa decisione, Breviglieri fu subito colpito a morte, Bono riuscì ad avere la meglio su alcuni soldati tedeschi fino a quando gli scoppiò in faccia una granata che gli provocò ferite gravissime. Alla fine della guerra fu decorato con la Medaglia al Valor Militare.
A Nizza una lapide lo ricorda e ricorda quello che è considerato il primo atto di resistenza sul suolo francese”.