I Centri Diurni per disabili rappresentano un efficace investimento sociale per tutte le città
I Centri Diurni per disabili rappresentano un efficace investimento sociale per tutte le città.Un servizio di vitale importanza e di notevole rilevanza sociale.
Un centro ben organizzato e ben gestito può consentire alla persona con disabilità, il mantenimento delle autonomie acquisite e la conquista di nuove abilità e conoscenze. Consente a persone altrimenti escluse dalle comunità dei cittadini, di incontrare l’altra persona, sia essa con disabilità, sia essa educatrice.
Inoltre mette in condizione la persona con disabilità di vivere in un ambiente sereno, dinamico e creativo. Inoltre permette alla famiglia della persona con disabilità, di recuperare energie, e non solo fisiche.
Purtroppo, anche se in molte regioni tanto è stato fatto, in Calabria ancora c’è ancora tanto da fare.
Spesso le politica locale dimostra poca sensibilità in merito alle persone con disabilità.
A tal proposito la dott.ssa Antonietta Condoluci Presidente della Società coop sociale Onlus La Forza della Vita, gestore del centro diurno per disabili psichici, fisici e sensoriali 18/65 anni “Rivivere insieme” sito Maropati (RC); ha dichiarato: ”I centri diurni accreditati e autorizzati al funzionamento dal 1 gennaio 2020 a tutt’oggi, sono chiusi per la l’assoluta mancanza di sensibilità e soprattutto per l’incapacità della politica regionale, comunale e dei dirigenti a cui viene affidato il compito di applicare le normative del welfare Calabria, nonché i piani di zona : quest’ultimi non sanno come applicare (o fanno finta di non saperlo fare) le normative, facendo uno scarica barile tra comune e regione e viceversa, affermando di essere confusi a causa di circolari poco chiare e contraddittorie”.
La dott.ssa Condoluci conclude: ”In tutto questo a rimetterci sono come sempre le famiglie, in preda alla disperazione, con i propri disabili abbandonati al loro destino di soggetti fragili e bisognosi di assistenza quotidiana e costante!
Nessun paese civile si può definire tale, quando vengono a mancare i servizi primari per pazienti disabili psichici, fisici e sensoriali”.
Caterina Sorbara