“Emozioni in cammino”. Alla ricerca di se stessi per ritrovare il senso del vivere
“Emozioni in cammino” è il titolo del nuovo libro scritto da Lorella Rosati e pubblicato nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. Una silloge in cui l’esistenza scorre in un vortice di sentimenti, in continua evoluzione; un itinere nel profondo dell’anima alla ricerca delle proprie verità, senza maschere o inutili orpelli. Verso dopo verso – alcuni scritti in metrica, altri no – emergono stati d’animo, sentimenti, rimembranze ed emozioni che si provano di fronte ad una carezza inaspettata o davanti a un paesaggio dipinto o naturalistico, l’indignazione per la violenza sulle donne, l’umiliazione del diverso. «La curiositas – svela l’autrice, farmacista di Forlì – mi spinge a cogliere aspetti e sfaccettature dell’intima essenza che non sempre appaiono nell’immediato. Allontanarsi dall’ipocrisia, vivere con umiltà con la consapevolezza che la coscienza è l’unico vero giudice del nostro modus vivendi: questo è il senso del mio scritto». La poesia diventa, così, emozione impressa sul foglio in una linea sottile tra sogno e realtà.
Per Lorella, le parole sono logoterapia, nutrimento dell’io. Aiutano a entrare nella catabasi del profondo per poi riaffiorare libere di danzare sul palcoscenico dell’esistenza, dove luci e ombre filtrano tra le fessure della coscienza. «Nei miei versi, realtà e fantasia spesso si mescolano, anche se io sono sempre alla ricerca della verità. Scrivere è come dipingere con tinte tenui o decise il quadro della vita. Io sono ipovedente – racconta l’autrice – ma cerco di condurre un’esistenza il più normale possibile. In una mia lirica “La speranza del diverso” indico che di giorno la mia visione è sfocata, di notte, invece, è perfettamente normale. Al risveglio spererei di trovare sul comodino occhiali con lenti speciali per gli ipocriti miopi di cuore. La vera visione è nell’io è nella purezza dell’anima».
Lorella, che si definisce una “poetessa esistenzialista”, con la sua penna indica una via da seguire in questo cammino interiore. «Essere se stessi sempre e comunque. Non cercare di apparire anche a costo di morire. La vita è un alito di vento e può fuggire in un momento. Cerchiamo di bearci dell’inaspettato, ma anche del tedio del quotidiano e della routine. Cogliamo l’attimo e respiriamolo. Siamo in una caverna al buio. Cerchiamo di girare la testa alla ricerca della luce, dell’eterna bellezza e della conoscenza».
La Rosati utilizza un linguaggio principalmente paratattico, ricco di punteggiatura, metafore, anafore, allitterazioni. «La raccolta della poetessa Lorella Rosati, redatta con un linguaggio chiaro e musicale – scrive, nella Prefazione, Hafez Haidar, scrittore libanese più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, noto per la sua traduzione de “Le mille e una notte” – racchiude vividi ricordi, toccanti emozioni, nobili sentimenti e profonde riflessioni ed è caratterizzato dalla presenza di alcuni temi portanti: il rapporto affettuoso con la madre, il desiderio di immergersi nella natura, la passione per la poesia, fedele compagna dei giorni e delle notti».
Le liriche accompagnano il lettore verso una maggiore consapevolezza di stessi e delle proprie emozioni. «Vorrei che il lettore non riempisse la propria esistenza di solo vuoto, perché, a volte, l’accontentarsi del poco dona all’esistenza il tanto e, spesso, il voler accumulare il troppo dona il nulla. In secondo luogo, mi piacerebbe che chi mi legge non temesse la morte, perché noi nasciamo insieme a lei. Ognuno deve andare alla ricerca del proprio sé interiore per ritrovare l’armonia del senso del vivere».