Elezioni, clamorosa indiscrezione: il Pd pensa a Klaus Davi per la Calabria

Mentre in Calabria i sondaggi parlano di una ecatombe per i Dem il prossimo 4 marzo e  Marco Minniti sembra volersi fare candidare nelle Marche rinunciando alla sua Reggio, nel Pd romano c’è chi pensa ad un nome  eccellente da giocare che possa sparigliare le carte. In queste ore,  persone vicine al vice segretario Lorenzo Guerini hanno fatto il nome del noto massmediologo Klaus Davi, in forze su La 7 a ‘Non è l’Arena’ di Massimo Giletti, titolare di una prestigiosa agenzia di comunicazione particolarmente impegnata sul fronte delle aziende del Made in Italy  e ‘brand’  fortemente spendibile in Calabria per il suo impegno contro la ‘Ndrangheta che gli ha fruttato aggressioni e querele a raffica. Lo svela il sito www.reggiocalabriaweb.it

Davi,  che ha lavorato in passato per l’ex ministro degli esteri Piero Fassino e ha curato le campagne elettorali vincenti di Rosario Crocetta in Sicilia, Pierferdinando Casini , Elisabetta Gardini e Francesco Rutelli a Roma , ha un profilo giudicato molto interessante dai vertici del Nazareno. Un puro tecnico, trasversale, con ottimi rapporti con la Rai e  con il mondo Mediaset, a cominciare da Mario Giordano, Claudio Brachino e lo stesso Fedele Confalonieri . E’  ben visto anche a destra in particolare da Giorgia Meloni e Maurizio Gasparri, con entrambi intrattiene rapporti personali di vecchia data.  Fortemente sostenuto anche dalle Comunità Ebraiche (porta la sua firma la campagna a favore dell’’Otto per Mille per gli Ebrei che ebbe come testimonial Clemente Minun, Enrico Mentana e Gad Lerner) Davi ha appena patrocinato un incontro fra Mario Oliverio e l’Ambasciatore Israeliano Sachs. E non è passata inosservata la lettera  pubblica di stima che il procuratore nazionaleantimafia Federico  Cafiero de Raho gli ha riservato a proposito della sua iniziativa (autofinanziata) per ricordare, a Gioia Tauro, un martire omosessuale di mafia.

Insomma, i crismi ci sarebbero tutti : una forte popolarità in Calabria e una penetrazione mediatica che Francesco Merlo ha definito sul Foglio “non comune”. Resta da capire cosa ne pensi l’interessato che non si è mai voluto schierare  ma che sicuramente ha molto a cuore il sud e la nostra terra.