Cittadella Regionale, giusto ricordare l’iter
“Nel dibattito delle ultime ore riguardante la Cittadella regionale, e che ha preso spunto dalla trasmissione televisiva nazionale ‘Non è l’arena’, si inserisce anche la dichiarazione del presidente Oliverio, il quale pone l’accento sulla lungimiranza di questa realizzazione e sul notevole risparmio che la sede garantisce rispetto ai numerosi affitti che la regione pagava per uffici sparsi sul territorio. Non possiamo che ringraziare il Governatore per aver messo in luce quanto sia stata ben indirizzata l’azione dell’ex giunta regionale di centrodestra, vera artefice del completamento dell’opera i cui benefici (come ha sottolineato su La7 il consigliere Giudiceandrea) vengono riconosciuti anche dall’attuale maggioranza che guida palazzo Campanella. Non si può non rimarcare, infatti, come la Cittadella, nel 2010, fosse solo agli albori, imbrigliata in un iter non proprio celere durante la presidenza Loiero, anni nel corso dei quali (non stiamo qui ad elencare i vari ed ingiustificati rallentamenti) i calabresi hanno continuato a pagare il mantenimento (utile a qualcuno e non certo all’intera collettività) per locazioni di immobili adibiti ad uffici e la frammentazione di questi ultimi con disagi per utenza e dipendenti. Vorremmo chiedere al presidente Oliverio se anche la Cittadella fa parte di quelle ‘contestate eredità del passato’ che egli tante volte utilizza quale argomento cardine delle sue giustificazioni di fronte alla poca operatività in settori significativi per la nostra terra. Probabilmente non può rispondere poiché, proprio a mezzo stampa, ha, in modo chiaro e fornendo dati, ammesso la positività di una sede unica che accorpi tutti gli uffici. Sarebbe però opportuno che il Governatore abbia l’onestà intellettuale (e con lui anche chi partecipa a programmi televisivi nazionali molto seguiti ma che non possono sviscerare, naturalmente, la genesi, anche storica, di determinate situazioni) di rivolgersi all’opinione pubblica rilevando chi sono stati coloro che hanno voluto imprimere una forte accelerazione ad un intervento pubblico molto atteso e che oggi viene descritto come fiore all’occhiello di una buona condotta amministrativa. Perché non dice Oliverio che la maggior parte, quasi la totalità a dire il vero, dei lavori eseguiti sono stati compiuti sotto la precedente presidenza Scopelliti? Perché non fa alcun accenno sullo stato che caratterizzava l’area appena fu eletto? Perché non ritiene di dover evidenziare che l’insediamento alla Cittadella è stato possibile per l’operatività di chi aveva gestito prima di lui un procedimento che invece, fosse stato per il centrosinistra, sarebbe sì da inserire nell’elenco dei lasciti fallimentari? In ogni caso non possiamo che riconoscere al Governatore ed ai suoi rappresentanti di averci fornito, oggi, la possibilità di ricordare ai nostri corregionali ciò che è stato portato a termine dal centrodestra che ha guidato la Calabria sino al 2014. A margine della sua nota, infatti, Oliverio conclude dicendo che ‘La Regione Calabria oggi non è in procinto di cambiare, è cambiata’, tralasciando però che parte di quel cambiamento nasce da progetti che hanno una precisa identità che non trovo giusto omettere. Inoltre sarebbe il caso che chi si presenta a parlare della Calabria, davanti a tutta Italia, riuscisse a difendere da attacchi strumentali, dettati da poca conoscenza della situazione e delle vicende storiche appartenenti a noi tutti, la nostra regione, già abbondantemente tacciata da cliché negativi a volte pretestuosi e non reali: stereotipi che i calabresi non meritano e che una classe dirigente che dice di amare la propria terra dovrebbe contribuire ad abbattere raccontando verità concrete e non parziali”.
Tilde Minasi
Ex consigliere regionale
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