CISL: Vertenza Sanità Privata – No ai tagli lineari.
(Dichiarazione congiunta del segretario generale USR CISL Calabria Paolo Tramonti e del segretario generale FP CISL Calabria Luciana Giordano).
La Regione Calabria ritorna al centro delle polemiche per la scarsa e disomogenea offerta sanitaria, che ingenera forti diseguaglianze fra i cittadini fino a non garantire in molti casi gli stessi LEA.
Una carenza colmata fino ad oggi dai Servizi offerti dalle Strutture Sanitarie in convenzione, che intervengono laddove il pubblico si ferma con le sue inefficienze e la sua lentezza organizzativa, garantendo alla popolazione calabrese una risposta sanitaria più celere ed accessibile.
La coesistenza del Sistema Sanitario pubblico/privato ha consentito alla popolazione di evitare le infinite liste d’attesa della Sanità pubblica, soprattutto per le visite specialistiche, gli accertamenti diagnostici, le prestazioni di riabilitazione e di ottenere con immediatezza una risposta ai propri bisogni anche in relazione ad un costo molto simile a quello sostenuto attraverso il meccanismo dei ticket.
La scelta operata dal Commissario per il Piano di rientro, Ing. Massimo Scura, con i due contestatissimi DCA, il numero 72 e il numero 87 del 2018, che fissano il tetto massimo di finanziamento per le strutture private accreditate, ha innescato la miccia di una polveriera che già da tempo rischiava di esplodere.
La decisione di mantenere intatto il fondo destinato agli acuti e post acuti, premiando le Strutture che offrono prestazioni ad alta complessità e riducendo il budget alle Cliniche ed Istituti che offrono prestazioni a minor complessità, quali quelle ambulatoriali e di laboratorio, non può considerarsi certamente la formula più idonea per abbattere la mobilità passiva e garantire i LEA. Rischia, semmai, di mettere in crisi anche un segmento sanitario che esprime, in molti casi, eccellenze di tutto rispetto e di incidere negativamente sui livelli occupazionali del Settore privato.
La politica dei tagli lineari è sempre sbagliata, soprattutto se ad essere tagliata è la spesa sanitaria in una terra dove la lentezza devastante della risposta del Settore pubblico viene compensata dal Settore privato, che funge da elemento di compensazione.
La discussione dovrebbe essere concentrata non tanto sull’opportunità della scelta operata dal Commissario Scura quanto piuttosto sulla totale assenza di programmazione e di sviluppo del SSR in Calabria. Una carenza alimentata dalla ormai cronica incomunicabilità fra la Struttura commissariale ed il Dipartimento Salute della Regione Calabria, entrambi privati di una vera struttura operativa, con organici ridotti al lumicino.
La decisione del TAR Calabria di accogliere la richiesta di sospensione dei DCA 72 e 87 del 2018, in quanto privi di istruttoria da parte del Dipartimento alla Salute della Regione Calabria, rende l’idea della condizione di blocco che da anni impedisce ogni progresso in tema di salute, non c’è dialogo, non c’è collaborazione e di conseguenza non può esserci adeguata programmazione, sviluppo e controllo comune tra i due Organismi, che troppo spesso si sono trovati in contrasto.
Le conseguenze anche in questo caso ricadranno sempre e solo sulle fasce più disagiate. La serrata delle Strutture private, che hanno già annunciato che saranno costretti a far pagare per intero visite ed esami agli utenti, finirà con il tradursi in una ulteriore criticità nel Sistema salute della Calabria, in quanto le Strutture Pubbliche non riusciranno ad assorbire e colmare le ulteriori richieste ed ancora una volta la cittadinanza calabrese pagherà un conto più salato per un servizio peggiore.
La CISL Confederale e la CISL Funzione Pubblica Calabria ritengono non più procrastinabile l’instaurazione di un Tavolo di confronto con il Governatore, Mario Oliverio, il Commissario, Massimo Scura, il Dipartimento Salute della regione e le parti sociali che abbia il compito di affrontare in maniera organica e sistematica tutti i problemi del Sistema Sanitario calabrese in un progetto di riorganizzazione serio e compiuto che faccia coesistere in maniera funzionale il meccanismo Pubblico/Privato.