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Bivio sulla giustizia, Lauria (CMG): “Riaprire Corigliano-Rossano (a costo zero) o ampliare Castrovillari (i soldi non ci sono)?”

Se si riapre Corigliano-Rossano non ha senso ampliare Castrovillari e viceversa. Si abbia rispetto del denaro pubblico, soprattutto quando non ci sono risorse

 

Lunedì 7 ottobre 2024

 

La vicenda del Tribunale di Corigliano Rossano è tornata prepotentemente al centro del dibattito politico e sociale, sollevando interrogativi che non possono più essere ignorati. Da un lato, abbiamo la proposta di riaprire il Tribunale di Corigliano Rossano, un’opzione a costo zero per lo Stato, e dall’altro, l’idea di finanziare l’ampliamento del Tribunale di Castrovillari, un progetto che richiederebbe circa 9 milioni di euro. In questo contesto, emerge la famosa grande bugia del Ministero, che parlò in una relazione di locali addirittura sovrabbondanti a Castrovillari (serviva per chiudere Rossano) per poi vedersi costretta a ingoiare tutto e progettare l’ampliamento. Ma la realtà è che a Roma, come si sa, non ci sono i soldi, né per ampliare Castrovillari né, per cambiare argomento, per istituire nuove province.

Una scelta importante che richiede coraggio senza ipocrisia e ambiguità

Il punto è chiaro: l’assenza di fondi rende difficile pensare a progetti ambiziosi. Ma perché complicarci la vita chiedendo investimenti faraonici quando abbiamo davanti un’opzione praticabile e senza costi? La riapertura del Tribunale di Corigliano Rossano non solo sarebbe una risposta alle esigenze di una città (la terza della Calabria) rimasta sguarnita, ma darebbe risposte all’ingiustizia subita e soprattutto azzererebbe i costi a carico dello Stato, aumentati, da quando il presidio di Corigliano Rossano è stato accorpato a Castrovillari. È essenziale che le forze politiche smettano di combattere tra loro per rivendicare meriti e posizioni, e si uniscano per una causa comune. Ci troviamo di fronte a questioni di grande rilevanza, che superano l’ordinario dibattito su asfalti e buche. La giustizia non può e non deve essere un argomento da relegare a discussioni da bar. È fondamentale che i nostri rappresentanti dimostrino lungimiranza e una visione strategica, evitando il carrierismo politico che ha spesso bloccato l’avanzamento delle proposte più significative. La questione della riapertura del Tribunale di Corigliano Rossano è un tema di primaria importanza, non solo per la comunità locale ma anche per il sistema giudiziario nel suo complesso. L’idea di destinare gli uffici per la riscossione dei tributi presso la sede dell’ex tribunale (Rossano) di viale Santo Stefano in un momento propizio per la riapertura è, a dir poco, illogica. Se siamo in una fase di discussione sulla riapertura del presidio, con tanto di commissione costituita, quale senso ha impegnare la sede con contratti di locazione che sembrano presagire una morte prematura di una struttura tanto necessaria?

Il rischio dell’immobilismo

Il rischio è di continuare a rimanere impantanati in una discussione sterile e poco produttiva, mentre ci sono soluzioni praticabili che potrebbero apportare benefici immediati alla popolazione. È evidente che a Roma la situazione finanziaria è complessa. Tuttavia, le soluzioni a costo zero, come la riapertura del Tribunale di Corigliano Rossano e l’istituzione della provincia tutta costiera (Magna Graecia) devono essere considerate con serietà e determinazione. La creazione della provincia della Magna Graecia con doppio capoluogo Corigliano Rossano e Crotone non è solo una questione amministrativa o di omogeneità territoriale ma si rivela praticabile poiché nasce sulla base di una provincia già esistente (Crotone). Quindi niente costi aggiuntivi per lo Stato come potrebbe essere per la proposta Sibaritide-Pollino, peraltro fuori dalla norma Delrio. Ora più che mai, è necessario fare quadrato e mettere da parte le divisioni politiche. È il momento di mostrare che si può lavorare insieme per il bene comune, per la giustizia, e per una gestione efficiente delle risorse. È ora di scrivere una nuova pagina della storia della giustizia nel nostro territorio, riscoprendo il valore della cooperazione e dell’unità. La scelta tra riaprire il Tribunale di Corigliano Rossano e finanziare l’ampliamento di Castrovillari non è solo una questione di soldi, ma di dignità calpestate, di sperpero di denaro pubblico, e di efficientamento sia del sistema giudiziario sia dei disagi derivanti dall’assenza di mobilità pubblica.  E’ dunque una questione di visione, di responsabilità e di impegno verso una comunità che merita di essere ascoltata. Se vogliamo davvero migliorare la nostra giustizia, dobbiamo agire ora e con determinazione, puntando su progetti che non gravano sulle casse dello Stato ma che hanno un impatto diretto e positivo sulla vita dei cittadini. Ed è inutile arrampicarsi in espressioni secondo cui i due progetti sono compatibili, perché non lo sono: se si riapre Corigliano Rossano non ha senso ampliare Castrovillari e viceversa. Che si abbia rispetto del denaro pubblico, soprattutto quando non ci sono risorse a disposizione.