Basta diatribe sull’aeroporto dello Stretto ma è tempo di fatti!
In questi giorni abbiamo assistito alle più disparate dichiarazioni di vari attori sociali, economici e istituzionali, in merito alla questione aeroporto dello Stretto, nell’ambito delle quali, purtroppo, si genera puntualmente molta confusione, invece di far chiarezza su una materia strettamente connessa con la gestione del territorio.
Come Comitato pro Aeroporto dello Stretto, oggi Sezione del MITI UdS, che dal 2016 è impegnato nel settore, sia sul territorio che dentro le sedi istituzionali, ci sembra quindi opportuno sciogliere nuovamente i nodi creati.
Anzitutto in merito alla notizia dell’ennesimo comitato, costituitosi nei giorni scorsi, per indirizzare alle varie Autorità Istituzionali (Presidente ENAC, Ministro del settore, Presidente di Regione, Sindaco Metropolitano, Assessori, Prefetto e Procura di Reggio Calabria), una richiesta di riesame dei progetti della Sacal riguardo l’aeroporto dello Stretto, in quanto non idonei a risolvere le criticità esistenti con conseguente dispendio del finanziamento di 25 milioni di euro, va precisato che:
1. L’eventuale richiesta si sarebbe dovuta avanzare nel settembre 2019, quando la Sacal SpA, presieduta allora da Arturo De Felice, chiese all’ENAC e alla Direzione Aeroportuale del MIT di convocare un tavolo tecnico in relazione ai fondi governativi FSC di matrice europea (Fondo per lo Sviluppo e Coesione) previsti dall’art 1, commi 131 e 132 della legge 145/2018, stanziati con la causale “lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’aeroporto di Reggio Calabria”
2. Rispetto al primo punto, come Comitato pro aeroporto dello Stretto, oltre l’istanza con gli interventi prioritari da svolgere per il superamento delle criticità pregresse, avanzammo anche la sopraindicata richiesta, congiuntamente ad un tavolo di lavoro con i Vertici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Dopo uno scambio di PEC di natura tecnica il 16 gennaio 2020 riuscimmo ad avere un incontro nella sede romana del MIT e, dopo aver illustrato gli interventi necessari per superare le criticità fin oggi presenti, provvedemmo anche alla trattazione sull’efficace ed efficiente utilizzo dei 25 milioni di euro, esponendo a titolo esemplificativo la proposta progettuale consegnatoci dall’impresa Falduto-Zera, che oggi appunto anima la costituzione del sopraindicato comitato.
Purtroppo l’incontro, che trovò spazio anche sui media nazionali, a livello locale non trovò la dovuta considerazione e il dovuto supporto, sia dentro che fuori le sedi istituzionali, al contempo l’argomento Covid ha allontanato ancor di più l’opinione pubblica dalla materia in questione, che tuttavia richiede attività di programmazione e lungimiranza.
Oggi comunque, nonostante cambi di governo e limitazioni da Covid, stiamo continuando a sollecitare gli organi ministeriali nel riprendere il procedimento avviato sugli aspetti programmatici, operativi e in termini di servizi.
3. Considerati i precedenti punti, chiedere oggi un riesame sull’impiego dei 25 milioni (a cui vanno aggiunti 2,5 milioni successivamente impegnati dalla Sacal) appare fuori tempo e poco razionale, in quanto vi è una Delibera del CIPE, con una specifica destinazione, che andrebbe annullata con un’altra Delibera con diversa causale e importo finanziario, dopo avvio e conclusione dell’iter di valutazione di altra proposta progettuale e eventuale approvazione di norma di modifica in Parlamento.
A tal proposito, non si capiscono quale siano le intenzioni dell’attuale Vice Ministro Morelli quando dichiara che: “Al Ministero sto costituendo un tavolo tecnico, con tutti gli attori interessati, per ragionare su interventi seri atti a migliorare l’accessibilità dell’Aeroporto, utilizzando le risorse già disponibili e stanziandone delle altre se necessario”.
Prima di ipotizzare qualsiasi intervento va considerato, infatti, che tra i progetti finanziati dai 25 milioni in questione, vi sono 8,5 milioni destinati agli interventi sulle piste e le procedure di volo, i quali vanno effettuati al più presto se non si vuole paralizzare il servizio di trasporto aereo da e per l’Area dello Stretto, dato l’adeguamento imposto dalle recenti normative europee e dalle Autorità di regolamentazione.
Sottraendo quindi l’importo per questi interventi necessari, resterebbero 16,5 milioni disponibili, che corrispondono a circa la metà del costo della proposta progettuale avanzata dall’impresa Falduto-Zera, ove è prevista la costruzione di una nuova aerostazione lato linea ferroviaria senza appunto interventi sulle piste e sulle procedure di volo.
Considerato ciò, vi è da chiedersi se i vari rappresentanti istituzionali che dovrebbero essere coinvolti nel nuovo procedimento, oltre a non disperdere le somme già stanziate, riuscirebbero a recuperare la restante somma per la costruzione della nuova aerostazione, nonché emanare gli atti dovuti e stipulare le conseguenti convenzioni, il tutto entro il corrente anno?
Ad oggi va preso atto che non si sono realizzati gli interventi programmati dopo più di due anni e mezzo dall’approvazione dello stanziamento di 25 milioni per la sola “ristrutturazione e messa in sicurezza dell’aeroporto di Reggio Calabria”.
Naturalmente saremmo ben felici di vedere l’inaugurazione di una nuova aerostazione che faciliti il collegamento con il territorio circostante ma poiché negli anni abbiamo assistito allo stanziamento di importanti risorse pubbliche senza che abbiano prodotto i risultati attesi, oltre a sognare la cima della montagna, ci sembra necessario iniziare ad effettuare la scalata.
A tal riguardo, con o senza una nuova aerostazione, l’ente oggi deputato a stipulare le convenzioni con le compagnie aeree (senza le quali non serve a nulla un’aeroporto), è la Sacal SpA, visto che nel 2016, quando vi era la possibilità di partecipare al Bando ENAC per la concessione della gestione dell’aeroporto dello Stretto, i rappresentanti degli Enti pubblici locali decisero di non ricapitalizzare l’ex Società di gestione locale (Sogas SpA) e quindi scelsero di farne dichiarare il fallimento, così come decisero di non partecipare al Bando ENAC, né si fecero avanti uno o più imprenditori locali per costituire una Società Metropolitana partecipata in grado di concorrere al bando in questione.
Eppure come Comitato pro aeroporto fornimmo tutte le informazioni necessarie e il supporto per realizzare una società in grado di partecipare al bando.
Come se non bastasse, quando chiedemmo, tramite accesso civico, la pubblicazione del Piano industriale al precedente Consiglio di Amministrazione della Sacal SpA, presieduto da Arturo De Felice, nessuno dei vari rappresentanti istituzionali, economici e sociali di Reggio Calabria rispose al nostro appello di collaborazione, anzi, ci fu chi si tirò indietro dopo la disponibilità iniziale, come l’attuale Sindaco. Al contempo nessuno accolse il nostro invito di partecipazione al ricorso al TAR per ottenere la pubblicazione dei piani di sviluppo sul sistema aeroportuale calabrese ed in particolare sull’aeroporto dello Stretto.
Oltre le dichiarazioni sui quotidiani, per anni solo una parte di cittadini rappresentata dal Comitato pro aeroporto dello Stretto ha fattivamente rivendicato lo sviluppo dell’infrastruttura e del territorio circostante in tutte le sedi.
Tuttavia, le attività svolte fin oggi sono state funzionali anche per la raccolta della documentazione necessaria per comprovare che la Sacal SpA, quale società a partecipazione pubblica controllata, si muove dietro gli indirizzi tracciati dalla Regione e dal Governo centrale, facilmente desumibili anche dal Piano regionale trasporti e dal Piano nazionale aeroporti.
Pertanto coloro che sbraitano sui media o che se la prendono con l’attuale presidente della Sacal, Giulio De Metrio, il quale almeno è un professionista del settore con cui ci si può dialogare (a differenza del suo predecessore Arturo De Felice), dovrebbero avere il coraggio di indirizzare con atti concreti il proprio malcontento verso i rappresentanti politici regionali e nazionali, salvo che vi sia il timore di perdere il favore del capo partito o di qualche amico o compare.
D’altra parte, lo stesso presidente De Metrio ha dichiarato in questi giorni che il suo ruolo è mediare la volontà dei soci con la gestione del sistema aeroportuale calabrese e, a tal riguardo, va chiarito che la Regione Calabria, in qualità di socio pubblico maggioritario, membro del Consiglio di Amministrazione e Ente che ne nomina il presidente, non può non avere copia del piano industriale della Sacal SpA.
Come Comitato pro aeroporto dello Stretto – Sezione del MITI UdS, considerato anche le prossime elezioni regionali di cui ci manteniamo alla larga, crediamo che nessuno si possa più permettere di generare false aspettative nei cittadini sempre più esasperati, di conseguenza, così come abbiamo riunito i vari rappresentanti istituzionali competenti intorno ad un tavolo per avviare una tratta aerea ed uno scambio commerciale tra l’Area dello Stretto e la Città metropolitana di Rzeszòw, quale capitale dell’innovazione della Polonia inserita in un circuito internazionale di Smart City, allo stesso modo auspichiamo che si possa collaborare seriamente, tra rappresentanti locali, regionali e della Sacal, per il rilancio strutturale dell’aeroporto dello Stretto e del territorio circostante.
Che tutti, nessuno escluso, lascino pertanto da parte giochi di fazioni, rigurgiti mossi dal clima elettorale e interessi circoscritti, dato che hanno generato solo una “guerra tra poveri” e la scarsa considerazione per le aree del Sud Italia, viceversa è indispensabile riunirsi intorno ad un tavolo per tracciare un indirizzo comune e proporsi uniti nelle sedi ministeriali, in quelle di ENAC e verso le compagnie aeree.
Per il Comitato pro Aeroporto dello Stretto – Sezione del MITI Unione del Sud
Il presidente Fabio Putortì