“Antichi alberi, antiche vie”. Samo, la continuità e la montagna.
Sono molti, oggi, quelli che partono. Alcuni scappano, altri vanno via lentamente e col cuore spezzato. Noi restiamo. Per fortuna, per condizione, per testardaggine o forse perché abbiamo saputo cogliere delle opportunità. Noi siamo aspromontani e quest’appartenenza la sentiamo forte.
Esiste una continuità tra l’Aspromonte e le sue genti sana e forte, ma non sempre, che forma un legame visibile nel bene e nel male.
Esiste un luogo, in Aspromonte, ove legami e continuità sono l’evidenza stessa ed il senso di quel territorio. Stiamo parlando di Samo e vogliamo presentarlo così, con le parole di Vito Teti: “Il nuovo abitato di Samo e gli antichi ruderi di Precacore sono contigui. Si osservano come per controllarsi, per non separarsi. Dall’abitato di Samo i ruderi di Precacore appaiono come una sorta d rimorso, di memento mori, come il luogo di fondazione e della memoria. Dalla collina con i ruderi le case di Samo appaiono una sorta di continuità della vita.”
Samo e l’antico abitato di Precacore, un legame che forse non sarà mai sopito, al quale noi, da guide, dobbiamo aggiungerne almeno un altro, cercando di rimanere umilmente ed immeritatamente sul solco tracciato dal Professor Teti.
Si tratta del legame tra Samo e la montagna, protagonista della prossima escursione tematica del PARKBUS 2018, iniziativa promossa dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte in collaborazione col Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e l’Associazione Guide del Parco Nazionale dell’Aspromonte, in programma per sabato 11 agosto.
Giunti nelle splendide vette di Samo con gli ecobus dell’Ente Parco, cammineremo a piedi verso Monte Perre ove il paesaggio si allarga e ti avvolge, grandi rapaci volteggeranno sulle nostre teste e la fiumara risplenderà ai nostri piedi. Querce secolari ci saluteranno, appena arrivi in vista di Puntone Galera, da dove potremo iniziare a vedere il selvaggio Aspromonte, arroccato su se stesso, per difendersi chissà da cosa o da chi. Proprio lì potremo comprendere come Samo, e il borgo antico di Precacore, siano uno dei simboli più evidenti delle continuità tra uomo e natura, antico e moderno, antropizzato e selvaggio.
Un’unica “strada” collega tutto questo.
Non siamo la perfezione ed oggi abbiamo la presunzione di dire che neanche la desideriamo, perché vogliamo raccontare una storia che sia la nostra, semplicemente autentica. Per poterla raccontare siamo dovuti restare, insieme ai ragazzi di Samo che ci accompagneranno durante tutta la giornata, facendoci degustare i prodotti tipici del loro territorio, che resistono con la stanchezza e l’amore negli occhi, resilienti preziosi.
I luoghi, questi si, sono perfetti, senza colpe e ricolmi di una purezza che dobbiamo sempre ambire a raggiungere, anche se mai riusciremo a farlo. Sarà questa la storia che racconteremo ai visitatori che hanno scelto di camminare in Aspromonte con noi, recente e passata, con la continuità che merita.
Abbiamo voluto scrivere molte parole per darne senso a poche altre: grazie Samo, grazie Aspromonte, per le opportunità che ci hai dato e che abbiamo saputo cogliere; scusa Samo, scusa Aspromonte, per quelle invece che ci hai dato e non abbiamo saputo ancora vedere. Noi ce la stiamo mettendo comunque tutta!
ASSOCIAZIONE
GUIDE UFFICIALI
DEL PARCO NAZIONALE
DELL’ASPROMONTE