AMA Calabria, grandi consensi per il Mana Chuma Teatro. Ieri sera a Catanzaro l’anteprima nazionale di ‘f-Aìda’
La Calabria è terra dalle poche risorse ma dalle numerose qualità. Una certezza, quest’ultima, che ha portato il direttore artistico Francescantonio Pollice a dare il giusto riconoscimento a quegli artisti che sono l’orgoglio di una regione in altre parti del mondo. Ieri sera al Teatro Comunale di Catanzaro, nel terzo appuntamento della stagione teatrale catanzarese di AMA Calabria, è andata in scena l’anteprima di ‘f-Aìda, eppur cantava ancora’, un racconto di rara intensità di Massimo Barilla e Salvatore Arena.
Una storia arcaica in cui la sofferenza è raccontata sin dalle prime battute, sin da quando il palcoscenico completamente buio accoglie la rabbia e il dolore di Rocco, interpretato in un monologo dal sapore amaro da Salvatore Arena. Sulle note di ‘Casta Diva’ la figura ‘distrutta’ del protagonista piange la morte del padre; un pianto che si trasforma in parole di odio nei confronti di un genitore che, da ragazzo, lo ha rinchiuso «in un luogo dal quale non si esce».
In quel posto, dove venivano uccisi i maiali, si è consumata la gioventù di Rocco che, per trent’anni, ha vissuto come un animale, vivendo di quel poco che gli davano da mangiare e della musica operistica di alcuni dischi trovati in un vecchia scatola. Tutto a causa della sua debolezza, colpevole com’era di non voler “appartenere” alla violenza scatenata da suo padre e dai suoi fratelli, in conflitto con una famiglia del paese. Una faida originata dal possesso di un agnello, ma anche un amore sbocciato con il figlio della famiglia “nemica” con il quale ha scambiato un bacio. Un gesto, questo, che gli ha fatto conoscere l’amore.
In quel luogo «angusto e nero», dopo essersi avvelenato, nella sua ultima ora di vita, affiorano i ricordi che sprigionano la rabbia di Rocco. Una reazione dettata dal rifiuto della vita immaginata per lui da suo padre. Quella segregazione che, secondo la mentalità primitiva del genitore, sarebbe servita a metterlo al riparo dalle sue stesse debolezze. Tra ricordi e rancori il giovane capisce che non è più il tempo di Rocco ma quello di Aìda, nella sua trasformazione nel sentire femminile.
‘f-Aìda’ è una tragedia greca il cui meccanismo è quello di capire se c’è una redenzione attraverso la bellezza. Un monologo che vive sulla estrema bravura di Salvatore Arena, perfetto nell’essere riuscito a dare un corpo al personaggio, facendolo suo nei disagi e nelle sofferenze. Una recitazione di spessore esaltata da un testo importante scritto a quattro mani con il regista Massimo Barilla.
Un’opera a cui vanno dati ampi meriti anche all’eccellente lavoro dello scenografo Aldo Zucco, che con il suo linguaggio visivo ha creato e aggiunge al linguaggio la possibilità di dare la giusta immagine del luogo in cui si svolge la storia. Interessante anche il ‘linguaggio’ musicale composto da Luigi Polimeni. che provoca nel pubblico un ulteriore viaggio. La struttura di ‘f-Aìda’, è una proposta di teatro a più voci. Un teatro che ha generato emozioni e il cui merito di AMA Calabria è di aver scelto di inserire in cartellone un’opera che non mancherà di essere apprezzata anche da altre platee.
La stagione teatrale di AMA Calabria continuerà con un evento d’eccezione, protagonisti Miguel Angel Zotto e Daiana Guspero, venerdì 10 dicembre alle ore 21, al Teatro Comunale di Catanzaro, con ‘Zotto Tango’, spettacolo prodotto da AidaStudio Produzioni.
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