Al voto al voto.. Il populismo dolce-amaro e la paura delle parole
Nonostante le battute di Conte sulla capitalizzazione del consenso o sul governo in spiaggia era ovvio arrivare a questa crisi di governo. All’indomani della votazione completamente disgiunta sulla realizzazione della Tav, il contratto di governo pertanto si strappa, proprio su questo punto. E la situazione davanti ai palazzi governativi si fa sempre più tesa. Ma i 5stelle difficilmente riusciranno a riprendere quelle percentuali di voto che hanno perso strada facendo. Dimostrandosi un movimento che non ha né capo ne coda, ma solo volontà di mantenere le poltrone. Né tantomeno la possibilità di stringere su una programmazione di riforme atte a fare bene al paese. E rallentando le varie riforme economiche e istituzionali che la Lega aveva presentato già con la triplice alleanza di centro destra con FI e Forza Italia. Si andrà le votazioni probabilmente il 13 ottobre o anzi meglio il 27 ottobre, data in cui ci saranno anche le elezioni in Umbria. Certamente fra il quasi 40% della Lega, del quasi 10% di Fratelli d’Italia, le percentuali al voto per l’acquisizione del pieno potere del governo, sono veramente alte. Addirittura anche insieme a Forza Italia si arriverebbe 57%. Ora bisogna vedere o meno se si dovrà rifare la riforma sulla legge per andare a votare o si riuscirà andare in queste condizioni direttamente. Ma questa sfiducia di Salvini a Conte ha il suo peso, nella mancanza di volontà di un rimpasto per il cambiamento di quei Ministri tra cui: Toninelli, Tria, la Trenta e Costa.. che poco o bene sono riusciti a fare nei loro rispettivi Ministeri. Quella degli italiani è certamente la preferenza di un governo politico, ma assolutamente no di un governo tecnico. Un’ipotesi che seppur più possibile, dal punto di vista demoscopico non ha alcun consenso. Quello che gli italiani vogliono è una stabilità politica. Ieri sera il Ministro Matteo Salvini a Pescara si è espresso nel seguente modo : “.. c’è gente che pensa di vivere sulla luna.. ad agosto si lavora. Che i Ministri siano presenti nel Governo e Deputati e Senatori siano pronti a lavoro già la settimana prossima a giustificare lo stipendio che prendono”.
Quella che l’Italia dà come fiducia, indica lo schema di un paese complesso, in cui stili differenti riescono ad attrarre il popolo. Infatti
dai dati statistici sulla fiducia degli italiani c’è :
il presidente della Repubblica, poi Conte e il Ministro Salvini. Due gli stili comunicativi amati dagli italiani uno più istituzionale e l’altro più sociale Popolare. Di Maio ha solo il 35% di fiducia.
Pertanto c’è un aprezzamento tanto dell’istituzione, quanto dell’apprezzamento del regno nazionalpopolare.
Dal punto di vista comunicativo comunque quella di Salvini è una dinamica vincente, in quanto la maggioranza degli italiani democraticamente lo vuole e lo sceglie.
Pertanto possiamo pensare che probabilmente a ottobre andremo a elezioni e avremo un nuovo Governo, che stando alle statistiche se prendesse le percentuali ipotizzate, durerebbe davvero 5 anni. Staremo a vedere.
AL. Tallarita