Al liceo Volta testimonianze di donne nello Sport contro ogni preclusione e pregiudizio

Antonella Del Core: “Nello sport, come nella vita, le diversità non sono limiti ma risorse”
Antonella Del Core, capitano della Nazionale alle Olimpiadi di Rio De Janeiro nel 2016, è intervenuta in occasione dell’iniziativa “Guardala Giocare: Donne nello Sport contro ogni preclusione e pregiudizio” presso il liceo scientifico Alessandro Volta di Reggio Calabria.
Guidato dalla dirigente Angela Maria Palazzolo, il liceo ad indirizzo sportivo reggino, in sinergia con la commissione Pari Opportunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria e in collaborazione con il Coni Calabria e il Comitato Paralimpico Calabria, ha inteso dedicare la giornata dell’8 marzo alle testimonianze e ai racconti di vita di alcune atlete impegnate nel nostro territorio.
Napoletana di origine ma reggina di adozione, dopo venticinque anni di volley giocato nel ruolo di schiacciatrice, di cui venti anni ai massimi livelli in Italia e all’estero (in Russia ed in Turchia) e diciassette anni con la maglia della Nazionale, Antonella Del Core per amore vive ormai a Reggio Calabria con il marito Francesco e il piccolo Gabriel e qui è impegnata con la sua Academy nel progetto di educazione allo sport e nella promozione del minivolley femminile al palaBotteghelle.
Esordiente all’età di 16 anni nel campionato di massima serie con la maglia del centro Ester Pallavolo di Napoli nella stagione 1997/1998 e insignita nel 2016 del prestigioso premio alla Carriera della Cev (European Volleyball Confederation), anche Antonella Del Core ha raccontato agli studenti del liceo Volta il suo percorso di atleta. Seguendo le orme dei fratelli, la Del Core ha scoperto per caso lo sport che poi l’avrebbe appassionata per tutta la vita, regalandole grandi emozioni e soddisfazioni. Poi ad un certo punto un brusco stop e successivamente un nuovo e ancor più vigoroso slancio.
“Da piccola praticavo corsa ad ostacoli quando l’allenatore dei miei fratelli mi propose di sperimentare lo sport della pallavolo. Così è iniziata la mia carriera. Mi sento una persona molto fortunata – ha raccontato la Del Core – per aver girato il mondo e per aver giocato e vinto molto con i club in Italia e all’estero e con la Nazionale nel mondo. Ho avuto l’orgoglio di indossare la maglia della Nazionale, di guardare e onorare in campo il Tricolore e di cantare l’Inno: il ricordo di tutto ciò rappresenta ancora oggi per me una grande emozione. Ho ascoltato rapita i racconti di vita che mi hanno preceduta. Io non ho notato alcuna differenza. Siamo atlete e la passione con cui ci dedichiamo allo sport ci unisce e ci unirà in ogni sfida. C’è stato un momento difficile anche durante il mio percorso. Quando mi fu diagnosticato un problema cardiaco dovetti smettere di giocare per quasi un anno, abbandonando anche il sogno di indossare la maglia della Nazionale ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008. Fortunatamente la situazione rientrò ed io non esitai a riprendere la mia attività agonistica e a coltivare così la mia passione sportiva più forte e motivata di prima. Anche nei momenti più bui, quando capita qualcosa che non ti aspetti, non bisogna smettere di cercare una nuova strada. Adesso vivo a Reggio Calabria con mio marito Francesco e mio figlio Gabriel. Sono molto felice di essere mamma anche se con amarezza devo riconoscere che la maternità nello sport costituisce ancora un handicap in Italia. La gravidanza, infatti, comporta la rescissione del contratto per noi donne di sport. Una discriminazione sulla quale riflettere per intervenire e tutelare la maternità anche delle atlete, un diritto non riconosciuto in Italia come invece avviene all’estero”, ha concluso Antonella Del Core.

Reggio Calabria, 8 marzo 2019