Al castello Ruffo di Scilla Maria Barresi racconta “L’essenza della Felicità”
Grande partecipazione all’evento promosso dalla fondazione Giuseppe Marino con la partecipazione dell’attrice Daniela Marra e dei Mattanza
“La felicità che ci viene donata ogni giorno non sempre ha radici nel nostro presente ma va ricercata nel nostro passato, rivolgendoci ed essa per proiettarla nel nostro futuro”. Il tempo si riavvolge per dipanarsi mentre scandisce la ricerca della felicità, nel romanzo di Maria Barresi, giornalista Tg1. “L’essenza della felicità” (Egide Minerva edizioni) è infatti il titolo del romanzo che racconta la storia di Rosella, giovane donna di origini calabresi che vive e lavora a Milano, che ha un forte legame con la nonna e che d’estate torna in Calabria, a Reggio, per le vacanze. Quell’estate del 1990, però, è diversa dalle altre. Un segreto le è stato annunciato e il passato della sua famiglia ha in serbo per Rosella la possibilità di una vita nuova, rispetto a quella fino a quel momento condotta, un destino inaspettato. Radici, luoghi che hanno un nome e persone che hanno una storia, la Calabria che richiama i suoi figli emigrati con la forza dei suoi profumi e dei suoi colori, tra i quali quelli particolarmente evocativi e suggestivi del Bergamotto, e con la profondità dei legami saldi e custoditi nonostante le distanze. Questi alcuni dei filoni narrativi sviluppati nel romanzo di Maria Barresi al centro dei Racconti al Castello Ruffo di Scilla scanditi da Storie, note e sapori della nostra Terra, promossi dalla fondazione Giuseppe Marino, con la partecipazione dell’attrice reggina Daniela Marra e dei Mattanza.
“Il ritorno ed il Bergamotto – ha commentato nel suo saluto Antonio Marino, presidente della fondazione Giuseppe Marino – rappresentano gli elementi del romanzo che abbiamo ritenuto attuali e significativi al punto da lasciarci ispirare per questo incontro. La fondazione si propone, infatti, di offrire al territorio occasioni di confronto dalle quali trarre nuova energia per un impegno condiviso in favore delle crescita del territorio”.
Presenti anche l’editore Minerva Guido Mugavero e il giovanissimo Paolo Federico che ha condiviso con il pubblico le sue opinioni sul libro, sottolineando come l’essenza della felicità risieda proprio nelle radici.
Autrice anche di Non dire niente, edito da Solfanelli, in cui racconta la storia di una donna che si è ribellata alla violenza e, con i caratteri di Minerva edizioni, del libro Ma il cielo è sempre più rossoblù, dedicato all’avventura calcistica della squadra di calcio di Crotone e alla sua storica salvezza in serie A, Maria Barresi si lascia ispirare da un album fotografico e dai racconti paterni per questo nuovo romanzo. “Una foto in particolare ritraeva – ha spiegato Maria Barresi – mia nonna paterna, Maria Vilasi, raffigurata accanto ad una grande cesta di vimini contenete dei Bergamotti che, prima che mio padre mi correggesse, avevo confuso con dei limoni. Quella foto raffigurava, in realtà, mia nonna nel suo mondo quotidiano, con accanto gli agrumi da cui estraeva l’olio essenziale per la sua drogheria sita in via Tommaso Gulli a Reggio Calabria, di fronte al laboratorio di sartoria di Francesca Versace, madre del geniale Gianni e amica di mia nonna”. Ecco uno dei nuclei narrativi centrali del romanzo. Tutto ruota attorno ad un agrumeto coltivato a Bergamotti, metafora efficace degli odori, dei colori e dei sapori della Calabria e di tutta la ricchezza naturale ed emotiva che esercita un forte richiamo, capace di superare distanze geografiche e non solo; metafora suggestiva è anche quella dell’estrazione dell’essenza, attività certosina di chi lavora questi agrumi che nella vita di Rosella, ed in realtà di tutti noi, diventa ricerca dell’essenza del proprio cammino interiore, traducendosi nelle scelte e nel viaggio che ciascuno compie (o sarebbe auspicabile che compisse) dentro la propria esistenza, scavando e andando a fondo senza avere fretta né paura, proprio per raggiungere la Felicità.
E’ un richiamo che irrompe nella vita di ogni giorno, come è accaduto, per voce della nonna, alla protagonista Rosella. Tale passaggio chiave del romanzo è stato rievocato in occasione dell’incontro al castello Ruffo di Scilla ed è stato affidato alla voce e al talento dell’attrice reggina Daniela Marra, formatasi presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, protagonista di celebri serie Tv come Il Cacciatore e Squadra Antimafia e del film indipendente La terra dei santi. “Non sentirti incapace, Rosellina mia, perché sei giovane e non puoi arrenderti. Dovrei essere io a lasciar perdere, ma desidero che un giorno tutto questo ti appartenga (…) Un servo non sarà mai padrone. Un padrone può diventare servo quando vuole e rimboccarsi le maniche. Tu ti senti servo o padrone?”. La Calabria è anche questo: una terra che impone delle scelte radicali, ti chiede da che parte stare, ti pone interrogativi profondi.
Per Rosella momento fondante di questo viaggio interiore è l’ingresso in quel che resta della Premiata fabbrica profumiera, stabilimento industriale di famiglia dismesso da anni. “(…) Ero matta, ma convinta che si sentisse ancora l’odore dell’essenza o ‘dello spirito’, come lo chiamava ogni tanto mia nonna, anche quando fuori c’era l’afa e dentro l’aria era tanto fresca che mi sembrava profumata. Entro nella fabbrica dismessa e comincio a respirare”.
La trama si snoda su un piano emotivo intenso, scandito dai dialoghi tra nonna e nipote, attraversati da una piacevole ironia mai stridente con i temi impegnativi oggetto del dialogo come l’Amore e la ricerca Felicità. “La nonna ha incontrato l’amore della sua vita, all’ora del tè, in un essenziale salottino con tanto di biscottini, a Reggio Calabria, presso l’Istituto delle sue amiche Giuseppine che glielo hanno presentato. Io l’ho incontrato per strada a Milano, di sera, all’ingresso di un locale, mentre andavo a cena con le mie amiche e poi in discoteca. Pioveva e ci siamo presentati da soli e da quando ci siamo lasciati, mia nonna si è fissata che mi deve presentare il marchese”. Scrive così Maria Barresi del confronto/scontro generazionale che, nelle pieghe del romanzo, riserva all’amore un ruolo tutt’altro che scontato di protagonista.
Un mosaico prevalentemente ma non completamente al femminile, in cui tassello importante è anche il marchese, personaggio al quale Maria Barresi affida un importante messaggio: “Certo il Sud è un mondo a parte, ma non è tutto da scartare”.
Un intarsio di memorie tracciato da dialoghi in cui si incastona con parsimonia lo stile diaristico. “Il diario di mia nonna mi faceva un pò di tenerezza, oltre che impressione, quanto rievocava il nostro passato come un vecchio cantore omerico”, scrive Maria Barresi che per scelta non lascia nulla al caso, descrivendo ogni posto con dovizia. Una mappa della sua Reggio Calabria, in cui ogni via è un luogo del cuore ed ogni momento non è lontano dalla grande storia di cui, in quell’estate, fa parte anche la recente liberazione, dopo oltre 800 giorni di prigionia, di Carlo Celadon, figlio dell’industriale vicentino sequestrato dalla ndrangheta a diciotto anni e liberato a 21. “Ho sentito il dovere di chiedere scusa a Carlo per la sua terribile esperienza in questo modo”, ha spiegato Maria Barresi.
Un viaggio a ritroso per capire il presente e costruire il futuro. Un percorso universale che Rosella attraversa con il lettore, emozionandolo e sorprendendolo. A scandire questo viaggio anche le note dei Mattanza con Mario Lo Cascio (voce e chitarra classica), Simone Martino (percussioni e chitarra battente), Roberto Moragas (voce e chitarra battente), Enzo Petea (fisarmonica) e Rosamaria Scopelliti (voce). Eseguiti un brano inedito, tratto dall’ultimo album Magnolia, dal titolo Luna Turca, incastonato tra gli storici e bellissimi brani di repertorio Vacci Canzuna mia e Un Servu e un Cristu. L’indimenticato Mimmo Martino (R-esistenza) continua, nell’opera del gruppo che ha ispirato e fondato, a ricordare a tutti noi che il passato è ricchezza e che un popolo senza storia è come un albero senza radici, un popolo senza speranza e senza futuro.
La serata è stata arricchita dalla degustazione di prodotti della pasticceria artigianale Il Bergamotto, che Fortunato Marino gestisce a Gallina, e dall’esposizione delle creazioni artigianali, frutto di originali lavorazioni della buccia di bergamotto ispirate a figure femminili e pertanto denominate Bergamotte, dell’artista reggina Elena Iacopino.
Reggio Calabria, 14 agosto 2019
Ufficio stampa Fondazione Giuseppe Marino
Anna Foti
339/2046023