Agricoltura, Flai-Cgil Calabria: “No ai voucher, sì a diritti, tutele e qualità”
All’iniziativa “Libera dalle mafie, libera dal lavoro sfruttato” che si è svolta ieri a Cirò Marina, a cui ha partecipato il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, la Flai-Cgil Calabria ha presentato il numero verde (800-688362) contro il lavoro sfruttato, a cui è possibile chiamare per denunciare ogni forma di sopruso, sfruttamento e irregolarità che i lavoratori del settore agricolo dovessero subire. L’idea di fondo, in linea con la costante azione del sindacato di categoria contro le mafie e l’illegalità diffusa nel mondo del lavoro, è quella di fornire uno strumento immediato ed idoneo per denunciare ogni forma di irregolarità nelle condizioni e nei rapporti di lavoro. Denunciare è anche un passo importante verso il superamento della precarietà e di contrasto alla criminalità. E sempre in linea con il principio di superamento della precarietà, ci appare piuttosto assurdo consentire – così come è stato annunciato da esponenti del governo e dell’attuale maggioranza parlamentare – l’uso dei voucher in agricoltura. Per noi della Flai-Cgil Calabria, reintrodurre i voucher in agricoltura significherebbe deregolamentare il settore agricolo, eludere il contratto agricolo nazionale e provinciale, ma soprattutto indebolire i lavoratori nei loro diritti, non solo sul lavoro ma ampliando il ricatto dell’occupazione. Ma non solo: significherebbe anche cancellare la previdenza, come la malattia, gli assegni familiari, l’indennità di disoccupazione, la pensione. Senza dimenticare, poi, che la precarietà e lo sfruttamento, che mal si celano in questo perverso strumento dei voucher, sono inversamente proporzionali alla sicurezza sul lavoro. In più, aspetto per nulla secondario, applicare i voucher in agricoltura significherebbe minare l’applicabilità della legge 199, quando di contro servirebbero azioni decise e strumenti più idonei per il contrasto e la lotta allo sfruttamento ed al caporalato. Per queste ragioni, come Flai e come Cgil, abbiamo avanzato la proposta, rivolgendoci in primo luogo alla Regione Calabria, per il collocamento pubblico in agricoltura quale obiettivo da raggiungere per sconfiggere il caporalato ed agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, così come occorre con urgenza istituire le Sezioni Territoriali della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità su tutto il territorio Calabrese, che siano funzionanti, essendo strumenti idonei e riconosciuti dalla legge, per avviare tutti i processi per sconfiggere la piaga del caporalato, e che la Regione si faccia promotrice nel redigere un protocollo d’intesa con la sede Regionale dell’INPS, i Centri per l’Impiego, la Direzione Regionale del Lavoro, le Prefetture, le parti sociali, i soggetti preposti al trasporto, istituendo apposite convenzioni, per l’introduzione del servizio di trasporto a tariffe agevolate per le lavoratrici e i lavoratori agricoli operanti nelle aziende dislocate sul territorio, così come mettere in campo adeguate politiche per l’incontro fra domanda e offerta di servizi abitativi e di ospitalità per contrastare la nascita di ghetti e mettere i lavoratori in condizioni abitative dignitose e salubri. Ad ogni modo, le nostre azioni di lotta in difesa dei diritti dei lavoratori del settore agricolo non si fermano qui: il 24, 25 e 26 luglio daremo vita ad una significativa mobilitazione nazionale, a cui parteciperà un nutrita delegazione calabrese, per presidiare la Camera dei Deputati durante la discussione del cosiddetto “decreto dignità”. Non siamo disponibili a tornare indietro, e fare in modo che i voucher vengano utilizzati da troppe aziende per sfruttare e piegare i lavoratori al proprio interesse e profitto.
Per la Segreteria Flai-Cgil Calabria
Federica Pietramala