Aeroporto: tra verità, mancanza di trasparenza e propaganda
La vicenda sull’aeroporto passa da periodi di assoluto silenzio ad altri in cui tutti vogliono entrare in scena. E’ uno strano atteggiamento in cui si confondono verità e propaganda. Il tutto alimentato da una pressoché assoluta mancanza di trasparenza da parte della Sacal e delle Istituzioni. Le carte diffuse dal consigliere Lamberti Castronuovo hanno confermato che il Tito Minniti negli ambienti lametini e catanzaresi viene concepito come una fastidiosa e inutile appendice, che solo grazie alle manifestazioni e iniziative del Comitato pro Aeroporto è ancora in vita. E’ utile proviamo a discernere il grano dal loglio, approfondendo i principali aspetti su cui si discetta in questi giorni.
INGRESSO IN SACAL DELLA CITTA’ METROPOLITANA
Opportunità di procedere all’acquisto di azioni, relative all’aumento di 2.000.273 euro del capitale Sacal
Appare azzardato l’acquisto di azioni, entro il prossimo 31 ottobre (data di scadenza del bando), di una società che dopo il 5 dicembre potrebbe gestire esclusivamente l’aeroporto di Lamezia. In tal caso, vi sarebbe una dispersione di capitali che potrebbero essere impiegati più proficuamente per lo sviluppo dell’aeroporto dello Stretto o in altri settori del territorio.
In merito è stata posta una mozione dal vice-sindaco metropolitano, il quale, sostenuto dalla maggioranza del consiglio, ha sottolineato che in caso di conferma dell’annullamento del Bando nel grado di appello, si potrà esercitare il diritto di recesso con la restituzione di quanto investito
diritto di recesso
Purtroppo, non è stato tenuto conto che Il diritto di recesso in una SpA non segue le procedure di una semplice compagine sociale, al contrario gli Articoli 2437 al 2437- quater, del Codice Civile, prevedono un iter complesso e articolato che implica il coinvolgimento di soggetti terzi, analisi aziendali e possibili contenziosi.
Le ipotesi di recesso seguono, in modo tassativo, le previsioni di legge e quelle che dovranno inserirsi nello Statuto, e richiedono un preavviso di almeno 180 gg. Inoltre, il valore di liquidazione delle azioni, ossia l’ammontare del rimborso di quanto investito, è determinato dagli amministratori (dietro parere del collegio sindacale e di quello del revisore dei conti) tenuto conto della consistenza patrimoniale della società, delle prospettive reddituali, nonché dell’eventuale valore di mercato delle azioni, al momento del recesso.
Il procedimento prevede anche che, prima del recesso, le azioni del socio devono esser offerte in opzione agli altri soci e se questi non le acquistano (in tutto o in parte) devono essere collocate presso terzi. In caso non vi siano terzi compratori, la società può rimborsare la quota al recedente tramite acquisto delle proprie azioni ma a condizione che vi siano utili e riserve disponibili. In assenza di questi presupposti deve essere convocata un’assemblea straordinaria per deliberare la riduzione del capitale sociale o, nella peggiore delle ipotesi, lo scioglimento della società.
E’, pertanto, evidente che i capitali impiegati potrebbero restare bloccati per almeno 6 mesi (salvo contenziosi) e che esercitare il recesso in un periodo in cui una società non possiede un attivo in bilancio, come attualmente risulta dai libri contabili della Sacal spa, potrebbe condurre ad una perdita degli investimenti.
A parte le suddette previsioni, è preoccupante il fatto che nei dibattiti, dentro e fuori il consiglio metropolitano, non sia stata considerata una disposizione molto importante, prevista nel Bando di ricapitalizzazione della Sacal, ossia quella relativa alla quota di sovrapprezzo per ogni singola azione, pari a € 70,31. In caso di acquisto di azioni, questa disposizione comporterebbe il versamento immediato non solo il 25% del valore nominale dei titoli (500 mila euro sui 2 milioni del bando), ma anche l’intero importo del sovrapprezzo (ai sensi dell’art. 2439 del C.C.), che equivale a 272 mila euro. Importo che difficilmente potrà esser recuperato poiché all’atto del versamento dovrà esser destinato ad un’apposita riserva legale della società, le cui somme non possono esser distribuite tra i soci fin quando non sia stato raggiunto il quinto del nuovo ammontare del capitale sociale, ai sensi dell’art. 2431 del C.C.
vantaggi o svantaggi conseguenti
Qualora il Consiglio di Stato dovesse riformare la sentenza del TAR e confermare, quindi, l’aggiudicazione della gestione dei tre aeroporti alla Sacal, è chiaro che sarebbe importante avere un rappresentante della Città Metropolitana nel Consiglio di Amministrazione. Solo così si potrebbe sperare di avere una seppur minima influenza nell’attività di gestione e di programmazione. Il CdA, nelle società a partecipazione pubblica, è infatti l’Organo decisionale sulle attività di gestione e può essere composto da un massimo di 5 membri, ai sensi dell’art. 11, co 3, del Dlgs 175/2016.
Purtroppo, allo stato delle cose, è un’ipotesi improbabile.
L’attuale Statuto della Sacal, all’articolo 10, co. 2, prevede, infatti, una composizione di 5 membri, di cui 3 riservati ai soci pubblici e 2 ai soci privati di maggioranza. Il CdA, però, è “blindato” a favore del potere politico ed economico di una determinata area regionale. La scelta dei tre soci, rappresentanti la parte pubblica, prescinde dalla quota di partecipazione ed è riservata ai rappresentanti del Comune di Lamezia, della Regione Calabria e delle Istituzioni locali catanzaresi. Agli attuali soci privati di maggioranza, (gli imprenditori catanzaresi Caruso) è vietato cedere le proprie azioni per almeno il triennio successivo alla data di ingresso, (ai sensi dell’articolo 6,co. 8 dello stesso Statuto).
Questa osservazione, diffusa nei precedenti giorni, tramite un comunicato del Comitato, è stata successivamente trattata nell’’ultimo consiglio metropolitano, convocato d’urgenza, con la partecipazione fugace anche il presidente della Sacal De Felice. Quest’ultimo ha dichiarato che lo Statuto è stato modificato precedentemente alla sua nomina e che di conseguenza verrà corretto dopo l’eventuale ingresso della Città Metropolitana. Tale versione è stata avvalorata anche dalla mozione del vice sindaco e dai consiglieri metropolitani legati alla maggioranza di governo.
L’affermazione non risponde al vero poichè l’attuale Statuto è stato già modificato il 02/05/2017, lo stesso giorno in cui il presidente De Felice è stato nominato membro del CdA, insieme agli altri attuali componenti. Quindi lo stesso giorno si è tenuta un’assemblea straordinaria (di cui non vi è la pubblicazione del verbale sul sito istituzionale) ed una ordinaria di nomina del CdA, dietro convocazione di entrambe in data 22 aprile 2017.
Il 2 maggio, i soci e gli Organi di vertice della Sacal erano già consapevoli della manifestazione d’interesse della città metropolitana (e non solo) ed era già in corso la gestione in rete degli aeroporti calabresi. Come mai hanno ugualmente “blindato” il CdA, rendendo , di fatto, impossibile l’ingresso nel CDA di un rappresentante reggino?
Un’eventuale nuova modifica dello statuto necessita, infatti, il voto favorevole di almeno il 70% del capitale sociale in prima convocazione o 50% in seconda convocazione, non è possibile dar credito alle dichiarazioni ottimistiche rilasciate in consiglio metropolitano, poiché finora l’unica ad esprimersi favorevolmente, tramite De Felice, è la Regione Calabria, che detiene solo il 10% del Capitale. Sembra difficile che il Comune di Lamezia o le Istituzioni catanzaresi rinuncino al proprio posto nel CdA, appena confermato.
Secondo lo stesso principio, va considerato anche che in data 20 luglio 2017 è stato pubblicato il bando Sacal per la ricapitalizzazione del capitale sociale con scadenza prossimo 31 ottobre. Visto che tale atto è stato sottoscritto dal presidente De Felice, nei suoi pieni poteri, vi sarebbe da chiedersi come mai non sia stato pubblicato dopo il 5 dicembre se vi era la concreta volontà di estendere il potere decisionale anche alla Città Metropolitana.
I rappresentanti istituzionali quindi hanno il dovere di valutare bene ogni conseguenza al fine di garantire la tutela e lo sviluppo del territorio.
Nel tempo stesso sarebbe opportuno che i politici locali, appartenenti alle varie fazioni, per una volta, agissero per il bene comune più che a promuovere la propria immagine.
A tal riguardo va precisato che il documento diffuso dal consigliere metropolitano Lamberti, seppur contenente dati significativi, che confermano la concentrazione degli investimenti per lo scalo di Lamezia (così come prevista nel Piano Regionale Trasporti), purtroppo rappresenta l’offerta tecnica con cui il precedente consiglio di amministrazione della Sacal ha partecipato al bando Enac. Ciò vuol dire che è un dato comparativo ma non attuale e, quindi, è fondamentale continuare a pretendere la pubblicazione dell’attuale piano industriale della Sacal, già oggetto di varie istanze da parte del Comitato, ultima in ordine temporale la richiesta di accesso civico, ai sensi del Dlgs 33/2013 e del Dlgs 175/2016.
Proposte fantasiose e bizzarre
Sicuramente è apprezzabile che si tenga alta l’attenzione sulla questione ma le istanze degli attori sociali, economici e politici locali, devono essere credibili. Non è apparsa una soluzione costruttiva la diffusione massiccia di proposte fantasiose ed estemporanee: elaborazione di piani industriali fai da te, costituzione di società a tavolino, attribuzione arbitrarie di ruoli strategici dello scalo, candidature dirigenziali nelle società di trasporto e, addirittura, il riutilizzo di un ramo della fallita Sogas. Si è avuta l’impressione che si stia organizzando una ripartizione di incarichi tra amici in vista della prossima legislatura. E’ emersa, col compiacimento di qualche ex dipendente, anche una vena nostalgica per la passata gestione della cosa pubblica, nonostante sia risultata fallimentare.
Sicuramente la passione e l’attaccamento al territorio può portare a far delle dichiarazioni avventate, ma da soggetti esperti e navigati ci si aspettano proposte, precedentemente oggetto di approfondite analisi, comparazione e verifiche. Al fine di non dar l’impressione che si vogliano avanzare critiche gratuite o un attacchi alle persone, è giusto motivare le suddette osservazioni, anche per correttezza verso i cittadini meno informati, in particolare:
- proposta di attribuzione, all’aeroporto dello stretto, del ruolo di rilevanza strategica: va considerato che tale classificazione non può esser assegnata discrezionalmente dall’Ente responsabile. Il D.P.R. n 201/2015 (Regolamento sull’individuazione degli aeroporti di interesse nazionale) prevede , infatti, che la rilevanza strategica, nel rispetto dei criteri dell’art 698 del codice della navigazione, dimensioni, tipologia di traffico e ubicazione territoriale, sia attribuita tra gli aeroporti di interesse nazionale (ai sensi dell’Art. 1, co. 2 in richiamo al preambolo) i quali devono rispettare a loro volta determinate condizioni, in particolare l’art. 1 co. 4, lett. b dispone che “l’aeroporto deve essere in grado di dimostrare, tramite un piano industriale, corredato da un piano economico-finanziario, il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e di adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio”. Quest’ultima condizione è esclusa per gli aeroporti a cui è stata riconosciuta la continuità territoriale, ai sensi dell’art. 1, co 7.
- proposta di costituire una società territoriale prima del 5 dicembre: va considerato che così come appare azzardato investire capitali nell’ingresso in Sacal prima del 5 dicembre, allo stesso modo non è razionale costituire alcuna società autonoma prima di tale data poiché l’eventuale conferma di aggiudicazione della Sacal, comporterebbe un investimento inutile e suscettibile a contenziosi, nonché particolari lungaggini burocratiche previste per l’estinzione di una SpA.
E’ corretto, invece, avviare un’attività propedeutica verso i cittadini e individuare eventuali soggetti ed enti disponibili a farne eventualmente parte.
Inoltre, va anche considerato che in caso venga annullato il bando di gara, l’unico Ente che potrà decidere la continuazione dell’operatività dello scalo dopo il 5 dicembre, non sarà l’eventuale nuova società di gestione, bensì l’ENAC. L’Ente infatti è l’organo deputato ad emanare l’eventuale nuovo bando e nominare un commissario in attesa dell’insediamento della nuova società aggiudicataria, altrimenti con l’uscita della Sacal dopo il 5 dicembre, l’aeroporto sarebbe destinato alla chiusura.
Piuttosto che discettare su strategie societarie premature, senza tra l’altro aver prima analizzato il percorso più concreto con tutti i dovuti soggetti, sarebbe meglio operare affinché l’ENAC non giochi brutti tiri (considerate anche le precedenti infauste dichiarazioni del presidente Riggio).
- Proposta di rilevare un ramo d’azienda della fallita Sogas: la proposta appare bizzarra per una serie di ragioni. L’ENAC dovrebbe in ogni caso autorizzare la nuova società aggiudicataria del bando, all’esercizio di gestione dello scalo aeroportuale. Inoltre trattandosi di società sottoposta a procedura fallimentare, ogni cessione di beni o rapporti giuridici deve essere inserita preventivamente in un programma di liquidazione (ai sensi dell’art 104-ter della legge fallimentare), che deve essere predisposto dal curatore entro 180 gg dalla sentenza dichiarativa di fallimento (quest’ultima pronunciata il 18/10/2016) ed autorizzato dal giudice delegato.
Come se non bastasse sulla gazzetta del sud del 20/10/2017 si legge la notizia che il Tribunale fallimentare ha avviato la procedura esecutiva verso Città metropolitana (ex Provincia), Regione Calabria e Comune di RC (rappresentanti gli ex soci della Sogas) per il recupero di oltre un milione di euro destinati al saldo delle indennità per gli ex dipendenti. Di conseguenza, anche se fosse possibile l’acquisizione di un ramo d’azienda (ai sensi dell’art. 105, L.F.) , vi sarebbe il rischio di portarsi nella nuova società, composta anche dalla Città Metropolitana, debiti e contenziosi (considerando anche la possibilità di riapertura del fallimento ai sensi dell’art. 121, L.F.).
- Esposto alla procura della corte dei conti : ai sensi dell’art. 51 del DLgs n 174/2016, il pubblico ministero inizia l’attività istruttoria sulla base di una specifica e concreta notizia di danno erariale, la quale deve consistere in informazioni circostanziate e non riferibili a fatti ipotetici o indifferenziati. Ciò vuol dire che l’azione alla Corte dei Conti andrebbe promossa eventualmente dopo l’acquisto delle azioni (successivamente alla constatazione di un eventuale danno erariale) e non prima del fatto, altrimenti non vi sarebbe luogo a procedere.
Conclusioni e appello finale
Si potrebbero fare tante altre considerazioni su tutto quello che si è sentito in questi giorni ma, vista la già lunga descrizione, è preferibile lanciare un appello finale, invitando tutti gli attori sociali, economici e istituzionali del territorio, ad una più concreta e proficua collaborazione finalizzata alla definizione di un programma cadenzato che possa meglio perseguire la tutela e lo sviluppo dell’aeroporto dello Stretto e del territorio.
In ragione di quanto riportato si propone :
- Che la Città Metropolitana non sottoscriva alcuna azione della Sacal prima del 5 dicembre. Qualora, invece, la Società lametina dovesse ottenere l’aggiudicazione definitiva della gestione dei tre scali, dopo tale data, si ritiene indispensabile la costituzione di un tavolo tecnico con tutti gli attori interessati e consulenti esterni, prima di procedere ad eventuali sottoscrizioni di azioni e modifiche statutarie
- di continuare a pretendere la pubblicazione, in base alle normative sulle trasparenza, del piano industriale e di tutti gli atti di indirizzo generale al fine di determinare un rapporto di fiducia con i cittadini/utenti ed evitare l’uso distorto delle risorse economiche. Si invitano pertanto i cittadini e soprattutto i rappresentanti istituzionali, delle categorie economiche, gli ordini professionali e i politici “rivoluzionari”, a contribuire alla raccolta fondi per sostenere le spese per il ricorso al TAR, anche per differenziare chi vuole agire concretamente da chi intende limitarsi alla mera propaganda.
- La costituzione di un tavolo istituzionale partecipato prima del 5 dicembre al fine di valutare opzioni alternative attuabili in caso venisse confermata la sentenza di annullamento del TAR e soprattutto per ottenere le garanzie che il servizio prosegua fino all’aggiudicazione dell’eventuale nuovo bando ENAC.
In ogni modo, il comitato, come ha fatto fin oggi, continuerà a impegnarsi con determinazione in tutte le sedi istituzionali, oltre che nelle strade e nelle piazze, a beneficio dell’intera collettività.
Il Comitato pro aeroporto dello Stretto