Il diario di Aldo Alessio* 6° parte: Ecco perché Gioia Tauro è fuori

 

L’alternativa all’uso della Vanguard è il tradizionale traino a rimorchio di potenti rimorchiatori di altura con un maggiore rischio ambientale sull’operazione del trasporto. Addirittura nel contratto firmato c’è l’impegno di apportare modifiche alla Vanguard proprio per accogliere la Concordia. Il suo utilizzo fa supporre che, una volta caricata la Concordia – non essendoci rischi di trasporto sulla nave-bacino, il relitto sarà portato in un porto non italiano per la sua demolizione con maggiore celerità e sicurezza dell’operazione.

 

Il toto-porto

Viceversa, la soluzione italiana consentirebbe di trasportare la nave anche con l’uso dei rimorchiatori, visti i tempi di percorrenza nettamente inferiori, sfruttando le giornate di bel tempo durante la stagione estiva. Molti sono i porti italiani candidati alla demolizione: Genova, Piombino, Napoli, Palermo. Tra questi, Piombino si sta attrezzando per diventare polo di rottamazione e smaltimento delle navi militari e sede di risistemazione della grandi navi da crociera a partire da quelle della Costa. Il presidente della Regione Toscana spinge in tal senso, anche perché sarebbe il porto più vicino che garantirebbe una maggiore sicurezza sui tempi di trasporto.

A tal fine, il porto di Piombino che si è anch’esso candidato per la demolizione della Concordia, da oltre un anno è impegnato ad organizzare il suo cantiere per poter ricevere il relitto della Concordia, e nonostante tutto, ancora oggi, non è pronto.

Sembra, però, che la scelta potrebbe ricadere su Genova. La nave è stata costruita da Fincantieri nei cantieri di Genova Voltri nel 2006. Tra le varie offerte presentate sembra che la migliore sia proprio quella di Genova, presentata dai gruppi San Giorgio, Mariotti e Saipem in collaborazione con l’Autorità Portuale di Genova per un importo di 200 milioni di euro e che darebbe impiego a 300 persone per oltre un anno e mezzo di lavoro. Si prevede un viaggio di 150 mg (almeno cinque giorni di navigazione a rimorchio) con un pescaggio di 18 metri. Il relitto verrebbe ormeggiato prima nel molo foraneo in una banchina lunga 550 metri provvista di alti fondali e lì sarebbe svuotato e alleggerito dal mobilio esistente per essere successivamente tagliato a fette “orizzontali” eliminando i vari ponti. A quel punto rimarrebbe solo lo scafo con un pescaggio di 10 metri, che potrebbe essere portato nella vasca di carenaggio e, a bacino chiuso, qui avverrebbe finalmente la bonifica vera e propria e il definitivo smantellamento.

 

I parametri che tagliano fuori la Calabria

Questi sono i fatti, questi sono i dati e i parametri richiesti per la demolizione!

In Calabria solo il Sindaco di Gioia Tauro, assieme al coro degli eurodeputati del centro destra, poteva avanzare la “stupida” proposta di candidare il porto di Gioia Tauro per la demolizione del relitto della Concordia, per la verità, poi, subito fatta rientrare dopo la posizione di contrarietà espressa dalla Cgil del Comprensorio di Gioia Tauro. Coloro che hanno avanzato quella “strampalata” proposta hanno dimostrano una sola cosa: tutta la propria incompetenza in materia, nonché la non conoscenza del territorio che dicono di voler rappresentare.

In particolare, è ancora più grave la posizione espressa dal sindaco di Gioia Tauro perché, pur facendo parte da quattro anni del Comitato Portuale, ha dimostrato di non conoscere neppure le caratteristiche tecniche del porto che lui vorrebbe rappresentare, dimostrando così di vivere fuori della realtà, in un fantasioso mondo “tutto suo”. Ed anche, ammesso e non concesso, che ci fossero stati i fondali superiori a 18 metri con la relativa banchina di attracco per ospitare un relitto lungo 290 metri, senza interferire però con la principale attività del porto che è quella del transhipment, come pensava il sindaco di smantellare la Concordia senza una apposita vasca di carenaggio e senza un cantiere di demolizione? Forse, per lui, sarebbe stato sufficiente una sola squadra di “zingari”? La prossima volta che all’Autorità Portuale di Gioia Tauro si incontrerà con il Sottosegretario ai trasporti Nencini, gli dovremmo consigliare di aggiungere al caffè anche una piccola scorza di limone, se non altro per ricordargli la nostra calabresità.

Aldo Alessio*

Capitano