Il diario di Aldo Alessio* 12° parte: La Relazione di Costa al vaglio del governo

trasferimento si prevede che in relazione all’assetto del relitto, alla velocità di rimozione e sulla base delle aperture presenti a scafo (oblò e zone danneggiate), possano avvenire rilasci a mare di acque interne al relitto, sostanze e preparati censiti all’interno della Concordia, idrocarburi” e che “in virtù delle misure di mitigazione che si prevede di adottare, si ritiene che l’impatto associato alla fuoriuscita di acque marine potenzialmente inquinanti, da prodotti e preparati chimici e da idrocarburi sia di lieve entità”. Afferma ancora Costa: “si può ragionevolmente ritenere che gli impatti ambientali connessi al progetto di trasferimento del relitto della Costa Concordia al porto di Genova Voltri, possono essere considerati temporanei e poco significativi”.

 

Il progetto prevede un percorso di navigazione leggermente più lungo rispetto alla via più breve, si passa, infatti, dalle 150 miglia previste inizialmente alle 200 miglia, che tiene conto di una “rotta che abbia il minor impatto in termine di interferenza con il traffico marino e le aree marine protette”. Durante la navigazione il relitto passerà vicino a dei paradisi naturalistici: dopo l’Isola del Giglio accosti a Est e poi verso Sud sino a passare a 5,5 miglia da Giannutri, poi prosegui verso Ovest passando a 8 miglia da Montecristo, poi, ancora, verso la Corsica passando a 13,5 miglia dalle sue coste e risalendo a Nord, prosegui ancora verso Pianosa e l’Elba, sino a passare a 5,5 miglia da Capraia.

Infine prosegue con rotta Nord-Ovest in direzione della “Lanterna” del porto di Genova. Numerose sono le misure di mitigazione e prevenzione che saranno adottate durante il trasferimento e in particolare: 1) l’installazione di panne assorbenti attorno al relitto, trainate da due rimorchiatori. 2) Uno skimmer di recupero olio, messo in mare da un terzo rimorchiatore all’apice dell’arco. 3) Una rete da pesca a poppa del relitto, mantenuta in tensione da due imbarcazioni dedicate, per il recupero di materiali che potrebbero cadere dal relitto.

Il rigalleggiamento è previsto tra il 18 e il 20 di luglio. I tempi erano slittati causa un incidente ad un cassone di galleggiamento. Ad oggi sono stati posizionati e messi in opera ben 11 cassoni di galleggiamento su 15 e le operazioni a mare proseguono senza ulteriori intoppi.

 

La Toscana ci teneva e non molla

Intanto non si placano le polemiche con la Regione Toscana per l’avvenuta esclusione del porto di Piombino, ritenuto dalla relazione di Costa “non idoneo” per la seguente motivazione: “Allo stato attuale non è idoneo a ricevere il relitto, né è dotato di un cantiere di demolizione. Infatti il porto di Piombino richiede l’esecuzione di opere significative di ingegneria civile, incluso il dragaggio di un canale a – 20 metri e la costruzione di una diga di circa un Km di lunghezza”.

La prima fase dei lavori, “necessari per ricevere il relitto (secondo quanto dichiarato dalla stessa parte proponente), non sarà completata prima della fine di settembre 2014 e, pertanto, è da escludersi che il relitto possa essere portato a Piombino”. Nella relazione, inoltre, così continua Costa: “sempre secondo quanto rappresentato dalla parte proponente, le opere necessarie per la realizzazione del cantiere di demolizione richiederanno un ulteriore periodo di tempo tale per cui la demolizione non potrà iniziare prima della fine del 2014”.

Inoltre, per Costa, il fatto che non vi sia un cantiere, è una questione “rilevantissima” ai fini della valutazione finale, perché Piombino “non è stata in grado di dimostrare il possesso di alcuna certificazione relativa al cantiere né di poter garantire che una volta realizzato questo soddisferà i requisiti necessari”. E infine, conclude Costa, che la proposta di Piombino era “meno vantaggiosa sotto il profilo economico” di quella presentata da Genova.

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha così commentato le dichiarazioni rilasciate da Costa: “Questo documento si commenta da solo. Se Costa ha già deciso tutto e ce lo fa sapere con un comunicato è inutile fare una riunione e mettere menti, tecnici ed esperti a lavorare per trovare soluzioni e rilasciare permessi. Il governo deve intervenire: esiste ancora un governo che deve fare le valutazioni di impatto ambientali oppure è Costa a decidere tutto da sola?”. Le dichiarazioni di possibile inquinamento rilasciate da Costa, prosegue Rossi, “confermano la nostra analisi: tenere per cinque giorni la nave in mare significa moltiplicare per cinque il rischio. A settembre il porto di Piombino sarà pronto. Noi continuiamo a chiedere che si tenga in considerazione Piombino. Loro ci hanno impiegato tre anni per preparare lo spostamento, se si aspetta ancora qualche mese e si fa in modo di inquinare meno è meglio per tutti”.

Nel mentre le polemiche s’infiammano e ci avviamo ad affrontare una stagione calda, sotto tutti i punti di vista, gli operai e i tecnici della Titan-Micoperi continuano al Giglio a lavorare, giorno e notte e con serenità, per assicurare che entro la data del 20 luglio il relitto della Costa Concordia possa essere messo in galleggiamento per essere trasferito laddove non è stato ancora ufficialmente deciso.

 

 

 

Aldo Alessio*

Capitano

già sindaco di Gioia Tauro