Il diario di Aldo Alessio* 11° parte: Per la demolizione Genova batte la Turchia

 

 

I rischi che permangono

La maggiore preoccupazione di questa scelta di rimorchio è quella del pericolo di eventuali sversamenti a mare con processi d’inquinamento. Qualora questa scelta fosse confermata ufficialmente, il porto di Genova è pronto come know-how, fondali e competenze delle maestranze. L’annuncio ufficiale sarà dato dal Governo insieme al capo della Protezione Civile e Commissario per l’emergenza della Costa Concordia, Franco Gabrielli.

La potente gru della “Conquest MB 1” ad oggi ha posizionato e messo in opera sul fianco dritto del relitto della Costa Concordia ben 9 cassoni di galleggiamento su 15, mentre le squadre dei sub continuano le loro immersioni sul fianco sinistro per il taglio dei tubi che formano la barriera antiscivolo e i pali in ferro di sostegno alla cassaforma realizzata per la costruzione del falso fondale dove poggia la carena del relitto in posizione di assetto verticale.

Questi tubi assieme ai pali di sostegno vengono caricati su una bettolina e trasportati nell’area di stoccaggio nel porto di Piombino. Le operazioni procedono bene e, quindi, se non ci saranno ulteriori intoppi, la data del 20 luglio, per la messa in galleggiamento del relitto potrebbe essere rispettata.

 

L’Isola del Giglio si rianima

L’Isola del Giglio si sta ripopolando di numerosi turisti e le molte case che sino a pochi giorni addietro apparivano chiuse o sfitte, oggi, mostrano porte e finestre aperte. In queste giornate soleggiate, le spiagge si sono riempite di bagnanti che si rinfrescano immergendosi in queste meravigliose e limpide acque dell’argentario e gli appassionati di fondali subacquei possono ammirare le meraviglie marine che l’isola offre. E’ facilmente immaginabile che per il 20 di luglio, giorno della messa in galleggiamento della Concordia, l’Isola sarà invasa da una moltitudine di turisti provenienti da tutte le parti del mondo per assistere a questo ultimo spettacolo che la Costa Concordia vorrà offrire nell’Isola nella quale è venuta a morire.

 

 

E Schettino pensa alla politica

Intanto l’Avvocato difensore di Francesco Schettino aveva chiesto la nullità del processo con la motivazione (ridicola) di non aver potuto avere copia degli atti a causa delle condizioni economiche del suo assistito che non ha lavoro e i cui beni sono stati messi a suo tempo sotto sequestro. Il Tribunale, che è rimasto più di un’ora in camera di consiglio, ha respinto le richieste di nullità e di sospensione presentate. Durante il processo sono emerse le crude testimonianze di altri sopravvissuti: “Stavamo mangiando quando abbiamo sentito un botto e si è spenta la luce, poi siamo saliti al nono piano, e lì scene di isteria: un uomo prendeva a pugni i mobili, si spaccava la mano e diceva: “Ditemi come devo fare a salvare mia moglie e i miei figli”. “Ci dicevano di tornare in cabina, ma era una trappola e corremmo verso l’esterno per scappare”. “Nessuno ci diceva cosa fare, c’erano solo camerieri in divisa”. Queste ulteriori testimonianze dimostrano come i passeggeri siano stati completamente abbandonati al loro destino da parte del comando nave e dell’equipaggio. La responsabilità, quindi, si allarga a macchia d’olio.

Nel frattempo mentre in Olanda, ad Amsterdam, va in scena uno spettacolo sul Giglio dal titolo: Schettino!, e la tragedia del naufragio diventa uno show, uno spettacolo di cabaret nel quale, in un monologo, viene approfondito il tema del “Comando e del potere”, nel quale la sagoma di Schettino è emblematica nella rappresentazione di una “leadership senza freni e senza inibizioni”, in Italia, viceversa, Schettino potrebbe entrare in politica e, chissà, forse un giorno lo potremmo trovare onorevole, o forse anche capo del governo.

Sicuramente la sua figura nel Parlamento non guasterebbe vicino a quella di tanti altri inutili e poco onorevoli parlamentari che oggi, indegnamente, rappresentano il Popolo Italiano.

 

Aldo Alessio*

Capitano

già sindaco di Gioia Tauro