VIDEO Operazione CARTARUGA le dodici persone arrestate
Il sequestro preventivo dei beni ha riguardato: la “Cartaruga srl”, che commercializza carta, cartone, prodotti per l’imballaggio, buste in plastica e non e sacchetti per nettezza urbana, con amministratore unico Bruno Rosmini, 79 anni; impresa individuale Rosmini Francesco che commercia prodotti in plastica e per l’imballaggio, infissi e porte blindate; impresa individuale Stellitano Antonio proprietaria del bar pasticceria “Settimo Cielo”; impresa individuale Esposito Gesualdo proprietaria del bar “L’angolo del Ritrovo”; impresa individuale Freno Domenico proprietaria dell’autolavaggio di via Fondo Versace I Traversa.
Si paragonava ad un monarca assoluto ma generoso con i suoi ”sudditi” che non voleva affamare, Francesco Rosmini, indicato come il capo dell’omonima cosca, arrestato stamani dalla Squadra mobile nell’ambito dell’operazione Cartaruga. Dalle indagini, infatti, è emerso che Rosmini, parlando con gli affiliati faceva riferimento all’opportunità di avanzare richieste estorsive ”ragionevoli” per non esasperare gli imprenditori. Ciò avrebbe comportato due benefici, il primo, dichiarato palesemente da Rosmini, che consisteva nel guadagnare una sorta di benevolenza da parte delle vittime, ed il secondo, sottinteso, che così facendo si sarebbe evitato il rischio di denunce alle forze dell’ordine. All’interno della cosca, un ruolo ”determinante” era ricoperto da Carmelo Mandalari, affiliato di fiducia di Natale Alampi, con il quale, secondo l’accusa, condivideva il compito di riscuotere i proventi delle estorsioni. Dalle intercettazioni è emerso anche come Mandalari avrebbe garantito, in occasione delle elezioni amministrative comunali di Reggio Calabria dello scorso anno, il suo personale intervento per consentire l’affissione dei manifesti elettorali della capolista del Pd al consiglio comunale Antonia La Nucara (non eletta e che non è indagata), ai cui attacchini gli esponenti della cosca contrapposta dei Caridi avevano vietato l’affissione perchè lo spazio era destinato ai manifesti del candidato del Pdl Giuseppe Plutino, poi eletto e successivamente arrestato nel dicembre scorso per concorso esterno in associazione mafiosa.