Senza sosta i controlli dei Carabinieri del Comando provinciale. Arresti a Reggio e Bagnara
14 Gennaio 2016, in Reggio Calabria, i Carabinieri hanno tratto in arresto CALLUSO Domenico, di anni 41 da Reggio Calabria, già noto alle FF.OO., per il reato di produzione illecita di sostanze stupefacenti, in esecuzione al provvedimento di esecuzione pena, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Prefato dovrà scontare la pena definitiva di anni 1 di reclusione per i fatti commessi in questo centro abitato nel 2006.
14 Gennaio 2016, in Feroleto della Chiesa (RC), i Carabinieri hanno tratto in arresto ZAVAGLIA Massimo, di anni 41 da Feroleto, già noto alle FF.OO., per aver violato la normativa in materia di armi, in esecuzione del provvedimento della misura detentiva in regime di domiciliare emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, per i fatti commessi nello stesso centro abitato nel 2013. Prefato dovrà espiare la pena di anni 02, mesi 03 e giorni 20 di reclusione.
14 Gennaio 2016, in Bagnara Calabra (RC), i Carabinieri hanno tratto in arresto in flagranza reato PIETROPAOLO Giuseppe, di anni 42 da Bagnara Calabra, già noto alle FF.OO. e sottoposto agli arresti domiciliari, per il reato di evasione, poiché veniva sorpreso dai militari operanti mentre percorreva a piedi una strada adiacente alla propria abitazione, in palese violazione delle prescrizioni imposte dalla misura cautelare in atto.
14 Gennaio 2016, in San Roberto (RC), i Carabinieri hanno deferito in stato di libertà i fratelli D’AGOSTINO Domenico di anni 57, D’AGOSTINO Vincenzo di anni 59, entrambi già sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, e D’AGOSTINO Giuseppe, di anni 64 anch’esso già noto alle FF.OO., tutti da San Roberto, per il reato di riciclaggio in concorso. Poiché ad esito di una perquisizione domiciliare presso l’abitazione dei predetti, i militari operanti rinvenivano, all’interno di una cassaforte, un ingente somma di denaro tra contanti e polizze assicurative vita, il tutto per un valore di poco inferiore ad € 1.500.000. Prefati non erano in grado di fornire plausibili ragioni sulla provenienza del denaro contante ne’ sull’ingente entità delle somme relative ai titoli. Il tutto, verosimilmente derivante da attività illecita, veniva sottoposto a sequestro.