San Ferdinando, tendopoli: un arresto per tentato omicidio
25 Gennaio 2017, a San Ferdinando presso la Tendopoli del Ministero dell’Intero, nel tardo pomeriggio, un cittadino extracomunitario di nazionalità ghanese, SHIABU ABU classe ’92, al culmine di una lite con un connazionale, veniva attinto da un fendente all’altezza del torace destro con abbondanti perdite di sangue. Sul posto interveniva subito un’ambulanza del 118 che, constatata la gravità della ferita, trasportava in codice rosso il giovane ghanese presso l’Ospedale Civile di Polistena dove veniva ricoverato con prognosi riservata.
Immediatamente i Carabinieri della Stazione di San Ferdinando, agli ordini dal Mar. Ca. Francesco Vadalà, e sotto il coordinamento del Comando della Compagnia CC di Gioia Tauro diretta dal Tenente Gabriele LOMBARDO, si recano sul posto unitamente a militari del Nucleo Operativo ed alcuni equipaggi dell’Aliquota Radiomobile, per cercare di comprendere l’esatta dinamica dei fatti. In poco tempo i Carabinieri identificano alcuni extracomunitari che vivono in una baracca adibita a bazar posta dentro la tendopoli e li conducono in Caserma per sentirli in qualità di possibili testimoni. Dopo qualche ora di intensa attività istruttoria, si arriva al nome ed al volto del presunto autore del grave ferimento: si tratta di un connazionale della vittima, tale SAMSON Kofi classe 89, di cui non si hanno più notizie dalle 18.30 circa del 25 gennaio, ora dell’aggressione. Scatta così la caccia all’aggressore: i Carabinieri con l’impiego di numerosi equipaggi, iniziano ad identificare tutti i cittadini extracomunitari di presumibile provenienza centrafricana che gravitano intorno alle Stazioni ferroviarie di Gioia Tauro e Rosarno. Dopo intense e serrate ricerche, nella tarda serata, i Carabinieri acquisiscono la notizia che il SAMSON possa essersi rifugiato all’interno di una baracca: immediatamente entrano nella tendopoli, che come è noto ospita al momento circa 1800 migranti di origine centrafricana, setacciano tutti i capanni abusivi fino a quando non lo trovano nascosto all’interno di una baracca di piccolissime dimensioni. Il giovane, anche lui ghanese, alla vista dei militari alza le mani in alto in segno di resa, dice di chiamarsi SAMSON Kofi e confessa di essere l’autore del grave ferimento. Viene quindi ammanettato e condotto in Caserma ove viene dichiarato in stato di arresto e sottoposto ad un fermo di indiziato di delitto da parte della polizia giudiziaria. Del fermo veniva subito notiziato il PM di Turno presso la Procura di Palmi il quale disponeva che l’arrestato, al termine delle formalità di rito, venisse associato presso la Casa Circondariale di Palmi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Gip del Tribunale di Palmi (Rc) nella giornata di sabato 28 gennaio convalidava il tutto.