Ndrangheta: Klaus davi pubblica foto pentito delta
Per la prima volta dopo 30 anni viene resa nota una foto, seppure in forma “pixellata”, del celeberrimo ‘pentito Delta’, quel Filippo Barreca che agli inizi degli anni ‘90 decise di saltare il fosso e diventare il ‘proto-collaboratore di giustizia’. Una figura di peso talmente rilevante che questo merito gli è stato riconosciuto nella prima serata di Rai 3 ed è contenuto nel filmato istituzionale della DIA “DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai”, diffuso in televisione in occasione del trentennale della Direzione Investigativa Antimafia ma ora visibile anche su internet nonché sulla pagina Facebook di Klaus Davi.
In un passaggio centrale del racconto, un agente racconta la straordinaria inchiesta realizzata della Dia sulle guerre di ‘Ndrangheta. E l’agente consegna alle telecamere di Rai 3 una riflessione che qualcuno farebbe bene a ricordare: “Senza Filippo Barreca e Giacomo Lauro l’operazione Olimpia non sarebbe stata possibile”.
Fa venire i brividi il racconto dell’agente che tratteggia la solitudine in cui vivevano queste persone e le condizioni terribili cui erano sottoposti.
“L’operazione Olimpia è riuscita a fare luce su 20 anni di guerre, durò 5 anni circa ed ebbe 4 esecuzioni nel tempo, praticamente vennero sgominate 17 cosche, identificati tutti gli appartenenti a queste cosche reggine e in totale vennero assicurate alla giustizia più di 500 persone. Il filo rosso di questa indagine parte dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, i primi di questi sono stati Filippo Barreca e Giacomo Lauro, che noi chiamavamo Alfa e Delta, e materialmente loro erano privi di identità e questo era un problema perché tu comunque dovevi proteggerli, tu comunque dovevi intervenire nelle esigenze normali che può avere una qualsiasi persona o una qualsiasi famiglia nella quotidianità, dovevi assicurarti in primo luogo che non scappassero o che gli succedesse qualcosa, e quindi tanti movimenti, tanti traslochi all’ultimo secondo, tanti viaggi notturni con famiglie spostate perché quel luogo dove stavano non erano più al sicuro. Ci siamo trovati a vivere quasi in simbiosi con queste persone, ho fatto anche il padrino al battesimo della figlia di Barreca, ho passato il Natale e il Capodanno con i pentiti. L’operazione Olimpia ha fatto una radiografia di 20 anni di ‘Ndrangheta, ha accertato i legami tra ‘Ndrangheta, gruppi sovversivi e con massoneria e con imprenditori, istituzioni, politici“, dichiara l’agente Dia a Rai 3.
Pubblichiamo la prima foto del pentito Filippo Barreca risalente al 1982, quando il boss aveva 36 anni. È la seconda foto in assoluto che viene pubblicata del collaboratore oggi 76enne (classe 1946) , la prima diffusa successivamente ai suo pentimento. Barreca (bardato con un completo composto da giacca corta a doppio petto con bottoni in pelle nero, maglioncino ricamato di cashmere con colletto grigio/nero e pantaloni lunghi in nappa neri lucidi) allora era un apicale dell’omonimo gruppo.
«A modo suo un innovatore e modernizzatore della mafia calabrese, visto che iniziò a costruire una malefica rete del narcotraffico internazionale dall’Albania al Brasile fin dagli anni ‘60 in stretto contatto con i nuclei di Africo, Barreca è legato a tanti misteri d’Italia tra cui la latitanza di Franco Freda e la mai del tutto chiarita vicenda dell’omicidio di Lodovico Ligato. Anche i più accaniti detrattori dell’ex capo mafia gli riconoscono intelligenza e notevoli capacità strategiche, anche grazie alla sua storica vicinanza con Paolo de Stefano. Decide di pentirsi nei primi anni ‘90 dopo essere stato arrestato e tradotto al carcere duro. Alcuni lo soprannominavano il ‘Creso della ‘Ndrangheta’ tanto era ricco quando decise di ‘saltare il fosso’. Con la sua ‘collaborazione’ la sua vita cambiò radicalmente e ancora oggi tutte le principali cosche calabresi vogliono la sua morte. L’uomo è al corrente di tantissimi misteri e per molti è diventato scomodo», ha dichiarato il giornalista e massmediologo Klaus Davi, che ha poi concluso: «Lo Stato non gli ha riservato un grande trattamento. Ma su questo tema torneremo presto».