La Polizia di stato confisca beni per un valore di 6 milioni di euro
27 giugno – Ieri personale del Commissariato di Siderno ha dato esecuzione al decreto di confisca emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria a carico dei fratelli Antonio e Francesco Tallura, rispettivamente di 47 e 50 anni.Il provvedimento di confisca, conseguenza del provvedimento di sequestro eseguito nel mese di ottobre del 2011, trae origine da una proposta patrimoniale presentata nel 2010 dal Questore di Reggio Calabria a seguito di attività della Divisione anticrimine di Reggio Calabria e del Commissariato di Siderno. I fratelli Tallura, imprenditori nel ramo edile, sono considerati contigui alla cosca Cordì e per tale motivo sono stati arrestati nel 2009 nell’ambito dell’operazione denominata “Shark”. Gli stessi, sono stati accusati di favorire tale cosca, anche nell’esecuzione, in maniera fraudolenta, dei lavori per la costruzione della scuola “Maresca” di Locri, con gravi pericoli per la messa in sicurezza dello stesso edificio scolastico. Per tale reato Antonio Tallura è stato condannato alla pena di 7 anni di reclusione e Francesco Tallura, alla pena di 6 anni di reclusione (sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria II sez. penale del 27.03.2012). A seguito dell’attività della Divisione anticrimine della Questura e del Commissariato di Siderno, il Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria ha ritenuto pertanto di dover procedere alla confisca dei seguenti beni: patrimonio aziendale della Società “Italcantieri costruzioni generali srl” con sede a Locri (nell’ambito dell’azienda sono stati sequestrati 19 automezzi tra cui motopale, camion e autovetture di grossa cilindrata); patrimonio aziendale, comprensivo di due conti correnti, della ditta “Cigieffe srl Unipersonale”, con sede a Locri, operante nel settore edile, di proprietà di Giuliana Calimero, terza interessata nel decreto di confisca, insieme a Giuseppa Pelle (consorti dei fratelli Tallura); 4 terreni e diversi fabbricati tutti ricadenti nel comune di Locri; 3 libretti postali. Il valore complessivo dei beni confiscati è di circa 6 milioni di euro