Gioia Tauro Tre denunce per truffa. Fatture false a favore della Co.me.ca. s.r.l
1 agosto – Di seguito la nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria – Tre persone denunciate, di cui due destinatarie di misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività d’impresa o uffici direttivi di persone giuridiche o imprese, per i reati di truffa ai danni di Ente Pubblico, utilizzo ed emissione di fatture false commessi nell’interesse e vantaggio della Co.me.ca. s.r.l., con sede in Gioia Tauro, operante nel settore manifatturiero, alla quale è stata contestata la responsabilità amministrativa dell’Ente ex D.lgs. 231/2001.E’ questo l’esito di una complessa indagine condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria.L’attività investigativa, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Palmi – Dott. Giuseppe Creazzo e dal Sost. Procuratore Dott. Salvatore Dolce, ha consentito di accertare una condotta truffaldina posta in essere dal rappresentante legale della società menzionata, Sorrenti Angelo Maria, in concorso con altri due rappresentanti legali di altre società, Polimeni Giovanni Ghidini Daniele, che hanno emesso fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti nei confronti della Co.me.ca.. In tal modo, la Comeca ha potuto documentare costi, in tutto o in parte fittizi e percepire indebitamente la somma di € 1.736,290,00, somma costituente una parte del contributo pubblico di € 3.472.580,00 erogato ex Legge 488/1992, per l’ampliamento di una unità produttiva già preesistente all’interno della zona industriale del porto di Gioia Tauro (RC).In particolare, i costi inseriti nel progetto da parte della Co.me.ca., non sono stati sostenuti ovvero sono stati sostenuti in misura notevolmente inferiore o in tempi diversi rispetto al progetto finanziato, documentate con fatture false emesse da soggetti compiacenti volte, oltre che a consentire alla società della “Piana” l’evasione delle imposte sui redditi e dell’IVA, a permettere alla stessa di percepire denaro pubblico e legittimare le richieste per le successive tranches del finanziamento. Inoltre, gli indagati hanno fatto ricorso anche ad operazioni bancarie di facciata, funzionali cioè solo a dimostrare i versamenti in conto aumento capitale sociale. Tale requisito è previsto dalla normativa come condizione necessaria per beneficiare dell’agevolazione finanziaria, in quanto la stessa deve avere come destinatario un’impresa solida, in grado di investire capitali propri nel progetto sul quale viene chiesto il finanziamento pubblico.