Gioia Tauro caso Pioli “Un’altra lettera di Simona Napoli”
E prima di questo tragico evento avevo una bella vita, una buona reputazione, il rispetto del paese e tutto. Nell’ultimo anno stavo male. Stavo passando un periodo fragile, triste. Mio padre che si intrometteva ripetutamente nella mia vita, la mia famiglia non capiva quel malessere interiore che provavo, quel voler chiedere aiuto senza mai riuscire a farlo. Mi sono abbandonata ad una depressione che non aveva svincoli. Anche se non lo dimostravo esternamente. La mia conoscenza con Fabrizio Pioli non era voglia di “arrigugghiu” come tanti dicono, ma un’amicizia come quelle che tante persone fanno su facebook. Sono rimasta sempre sulle mie, ero fragile e confusa, ripeto. Non sto cercando giustificazioni per quello che ho fatto, me ne sto assumendo le responsabilità e sto pagando le conseguenze. Inconsciamente sia io che lui ci siamo affezionati, e questo da parte mia non era previsto. Ma lui era innamorato perso, non vedeva e non sentiva ragioni quando gli dicevo «io non sono la donna per te, sono confusa, finiamola, lasciami in pace». Tre sono state le rotture, ma lui dopo due ore tornava a chiamarmi. Mai, mi diceva, ti lascerò andare senza di me. Diceva di non avere paura di nessuno. Molte volte ho cercato di farlo ragionare, di fargli capire che la cosa migliore era che la smettesse di pensare a me come alla donna della sua vita. Scrivo queste parole non per mettermi contro di lui. Gli volevo bene, ma quella fragilità che forse entrambi avevamo in quel periodo, ci ha portato davanti ad una tragedia anticipatamente annunciata, perché il giorno che è venuto a casa mia era la prima volta dopo cinque mesi. Prima gliel’ho sempre impedito. Per cinque mesi ci siamo visti con la massima cautela, quando potevo. Quel giorno il suo è stato un gesto di impulsività. Sapevo che mio padre per una cosa del genere avrebbe ucciso anche me. Scrivo queste parole per chi veramente mi conosceva, non per chi mi ha sempre e solo vista di passaggio. Capiranno che un periodo di fragilità si può anche avere. Non voglio giustificazioni ma solo silenzio per una tragedia che ha distrutto intere famiglie. E di queste distruzioni non ne sono responsabile, nè la famiglia Pioli mi deve dare colpe. C’è una giustizia a cui non si può mai sfuggire, quella divina. Io ora la vera giustizia me l’aspetto da Dio.
Simona Napoli