Cosenza, 14 arresti per fittizia attribuizione di aziende

La Guardia di Finanza di Paola ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal G.I.P. di Paola – dott.ssa Rosamaria MESITI, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Paola – dott. Bruno GIORDANO – e del Sostituto Teresa Valeria GRIECO, nei confronti 14 persone responsabili di aver attribuito fittiziamente la titolarità di beni e aziende al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniali.

 

All’effettivo titolare dei beni e delle attività, soggetto pluripregiudicato,  è stata applicata la  misura della custodia in carcere.

 

Per 13 persone “prestanomi” sono stati disposti gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla P.G.

 

Il reato, previsto dall’art. 12 quinquies della Legge n. 356/1992, intende perseguire la fittizia attribuzione ad altri della titolarità di beni che potrebbero essere oggetto di sequestro e confisca.

 

Il soggetto effettivo titolare, al fine di evitare il sequestro dei beni illecitamente acquisiti, “scherma” l’investimento patrimoniale e ne attribuisce fittiziamente la titolarità formale dello stesso ad un terzo soggetto, c.d.  “prestanome”.

 

Nelle attività imprenditoriali spesso ciò avviene con l’assunzione della qualità di socio occulto di società  e la presenza di soci e imprenditori “fittizi o prestanome”, il tutto al fine di  agevolare una successiva circolazione dei beni nel tessuto finanziario, economico e produttivo ed evitare che l’emergere della illecita ricchezza consenta l’applicazione di misure patrimoniali e quindi il sequestro e la confisca dei beni.

 

Per tali motivi sono state sottoposte a sequestro:

 

  • le quote sociali di n. 12 società.

 

  • complessi aziendali, beni mobili, autovetture ed immobili e disponibilità finanziarie riferiti alle suddette persone giuridiche;

 

  • disponibilità finanziarie riconducibili alle persone indagate,

 

 

 

per un valore complessivo pari ad oltre 2 milioni di euro

 

In particolare, le indagini effettuate dalle Fiamme Gialle, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Paola, hanno consentito di ricostruire la storia societaria e finanziaria di n. 12 imprese attive nei seguenti settori: supermercati, abbigliamento e pubblicità, tutte riconducibili al “dominus” – di fatto di proprietario e gestore, attraverso compiacenti prestanome legati da vincoli di parentela, di amicizia e pregressi rapporti di lavoro.

 

Le attività commerciali venivano avviate ed operavano di fatto per uno o due anni, durante i quali però contraevano ingenti debiti nei confronti di fornitori e, soprattutto, dell’Erario, per poi essere abbandonate, poste in liquidazione o dichiarate fallite.

 

I complessi aziendali, quindi, venivano ceduti ad altri soggetti economici di nuova costituzione, sempre riconducibili all‘effettivo titolare, attraverso i prestanome.

 

Il notevole flusso di denaro generato  – soprattutto contante – serviva per finanziare la “catena delle diverse attività”, producendo ulteriore ricchezza “illecita”, condizionante il  tessuto finanziario, economico e produttivo.