Carabinieri, 4 arresti per raipine tra Reggio e Vigevano
I Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, coadiuvati dai colleghi della Compagnia CC di Vigevano, tra il 24 ed il 25 marzo, hanno tratto in arresto tre pregiudicati residenti a Reggio Calabria ed un quarto di Vigevano perché accusati del colpo al supermercato “Di Più” del marzo dello scorso anno. Nello specifico a Reggio Calabria sono stati localizzati e tratti in arresto MONTOLI Mario cl. 1981, STIVILLA Leone cl. 1990 e VENUTI Marco cl. 1991, tutti reggini e condotti presso la Casa Circondariale di Arghillà, mentre a Vigevano è stato tratto in arresto PINATO Alessandro cl. 1960 poi tradotto presso il carcere di Torre del Gallo di Pavia.
I quattro banditi assaltarono il market di Cilavegna (PV) il 18 marzo 2014 intorno all’ora di pranzo, irrompendo all’interno con il volto coperto da passamontagna ed uno di loro spianando una pistola. Nonostante la reazione di un cassiere, i rapinatori asportarono circa 600 euro da una delle casse riuscendo poi a fuggire. Tuttavia, l’imprevista resistenza del dipendente del supermercato provocò una fuga scomposta del gruppo che abbandonò l’arma, poi rivelatasi una replica di una pistola semiautomatica, dividendolo e costringendolo a lasciare l’autovettura a poche centinaia di metri dal luogo del fatto. Proprio dal veicolo, la cui targa fu parzialmente rilevata da un passante che vi vide salire correndo tre persone travisate, iniziarono gli accertamenti dei Carabinieri che già pochi minuti dopo rintracciarono il proprietario del mezzo, pregiudicato cinquantaquattrenne vigevanese, insieme ad un calabrese di trent’anni da tempo residente a Cilavegna poi rivelatosi un fiancheggiatore e denunciato in stato di libertà per il reato di favoreggiamento. Sull’utilitaria del vigevanese, infatti, alcune settimane prima, al rientro da una serata brava in una discoteca della zona, erano stati controllati da una pattuglia dei carabinieri tre giovani pregiudicati calabresi, di età compresa fra i 21 e i 33 anni, tutti con precedenti per rapina. Tutti e tre nel corso del controllo dichiaravano di soggiornare a Vigevano, da alcuni giorni, per “andare nelle discoteche” della zona, ma la loro presenza sul territorio aveva da subito destato l’interesse investigativo dei militari del Nucleo Operativo che stavano indagando su una serie di rapine ad esercizi commerciali commesse nei giorni precedenti. Il rilevamento della targa all’atto della rapina al supermercato di Cilavegna, altro non era che una conferma dell’ipotesi investigativa dei militari, che immediatamente si attivavano per ricercare i tre calabresi i quali, tuttavia, verrà scoperto successivamente, avevano prima trovato un rifugio sicuro in zona ed erano riusciti a fare ritorno nella terra natia poi. I Carabinieri, quindi, dopo aver raccolto le testimonianze dei presenti, intraprendevano, d’accordo con l’Autorità Giudiziari inquirente, una serie di indagini ed accertamenti tecnici fra i quali il prelievo di DNA dalla pistola rinvenuta sulla scena del crimine, l’analisi del traffico telefonico e l’intercettazione delle utenze di tutti i sospettati, nonché alcune intercettazioni ambientali che davano la conferma di quanto ipotizzato. In particolare, il DNA rinvenuto sull’arma giocattolo, posto a confronto con quello dei sospettati a cui era stato prelevato con la collaborazione degli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria, risultava corrispondere a quello del ventiquattrenne reggino poi tratto in arresto. Inoltre, gli accertamenti sul traffico telefonico davano conferma che le utenze cellulari in uso ai quattro indagati si trovavano sul luogo del reato al momento della commissione della rapina e consentiva, altresì, di ricostruire perfettamente gli spostamenti della batteria di rapinatori prima e dopo il fatto.
Gli elementi raccolti venivano dunque compendiati in un’articolata informativa diretta al P.M. della Procura della Repubblica di Pavia titolare delle indagini, Dott. Roberto V.O. Valli, che a sua volta richiedeva la misura cautelare della custodia in carcere per i quattro autori del fatto al G.I.P. Dott. Carlo Pasta che, condividendo l’impianto accusatorio, la concedeva.
I quattro arrestati sono anche sospettati di altre rapine commesse in Lombardia nei mesi precedenti al marzo 2014, non escludendosi che gli stessi si siano resi responsabili di simili atti nel centro urbano di Reggio Calabria nei mesi precedenti all’arresto.