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Arrestato Domenico Arena boss del clan Pesce Era latitante da un anno

Era già da qualche giorno che i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria avevano individuato il luogo dove il latitante, indicato come un boss della cosca Pesce, si nascondeva. Oggi, avuta la certezza della sua presenza, sono entrati in azione e lo hanno arrestato.  Arena, secondo quanto emerso dall’inchiesta All Inside, si occupava, per conto della cosca Pesce, del settore dell’autotrasporto. Dalle indagini è emerso anche che per affidargli questo incarico, il cognato Vincenzo Pesce, fratello di quello che viene indicato come il boss della cosca, Antonino detto «testuni», ebbe un violento litigio col nipote, Francesco. Fu lo stesso Antonino, dal carcere, ad invitare alla calma il figlio e ad avallare la scelta del fratello Vincenzo. Arena era arrivato al processo con rito abbreviato in stato di libertà. Dopo essersi sottratto al fermo il 28 aprile 2010 nell’operazione All Inside, si era costituito dopo due giorni ed era stato scarcerato dal gip per mancanza di gravi indizi. La stessa cosa è avvenuta alcuni mesi dopo, con l’operazione All inside 2 portata a termine il 23 novembre 2010, quando Arena si costituitì dopo una settimana. Anche in quella occasione fu scarcerato dal gip. Contro i due provvedimenti è ancora pendente il ricorso in Cassazione del pm Alessandra Cerreti. Lo stesso pm chiese l’emissione di un provvedimento cautelare nei confronti di Arena dopo la condanna, ma l’uomo si è reso latitante. Dopo essere fuggito, Arena ha inviato una lettera agli inquirenti sostenendo di averlo fatto perchè riteneva la condanna ingiusta e che si sarebbe costituito solo se i giudici d’appello avessero ristabilito la verità.