Cinquefrondi, Villa Elisa, aggiornamento del 5 Aprile 2020
Siamo in attesa di ricevere i dati complessivi relativi ai tamponi Covid19 attualmente in fase di lavorazione presso il Laboratorio della ASP di Reggio Calabria.Poche ore fa abbiamo avuto ulteriore riscontro: 92 tamponi sul totale di quelli effettuati sono risultati negativi. L’unico positivo rimane quello comunicato nella giornata di ieri.Questo ci fa essere cautamente ottimisti circa la limitatissima circolazione del virus all’interno della Casa di Cura anche grazie alle misure di sicurezza per il controllo del contagio attuate già a partire dal 22 febbraio scorso.Non appena i nuovi dati saranno disponibili li comunicheremo ufficialmente.La vicenda che ci coinvolge in queste ore sta tenendo un’intera comunità col fiato sospeso: le autorità sanitarie e non, i nostri pazienti e operatori con tutti i loro familiari, il sindaco Conia e tutti i suoi concittadini manifestano la loro vicinanza alla Casa di Cura. A tutti loro giunga il nostro sentito ringraziamento.Purtroppo, però, nonostante una situazione così delicata, non sono mancati i tentativi di speculare sulla vicenda o, più banalmente, di mettere in mostra presunte certezze.Nessuno sta cercando un colpevole: dovrebbe essere ormai chiaro che il Covid19 è un virus particolarmente aggressivo e subdolo per far fronte al quale, come ampiamente dimostrato in queste settimane, occorrono misure di inaudita straordinarietà. Chiunque, in qualunque luogo, potrebbe essere fonte di contagio.Ma, a onor del vero, forse è il caso di ricostruire la vicenda che ci riguarda.Lo scorso 18 marzo abbiamo ricevuto, come avviene di norma, una richiesta di disponibilità di posto letto da parte del reparto di Ortopedia del Presidio Ospedaliero di Polistena. Il paziente è stato ricoverato al “S. Maria degli Ungheresi” dal 13 al 20 marzo. In quest’ultima data è stato trasferito con la nostra ambulanza direttamente dall’Ortopedia di Polistena alla Riabilitazione Intensiva della Casa di Cura. Non vi sono stati passaggi intermedi: è, questa, una procedura comune che le strutture adottano al fine di garantire la continuità assistenziale ai pazienti.Quanto avvenuto in seguito è, ormai, noto. Per il paziente, colpito da ischemia cardiaca, si è reso necessario un trasferimento tramite 118. Solo in seguito siamo stati informati che lo stesso fosse risultato positivo al Covid19. Così come solo in un seguito abbiamo appreso dalla stampa online che, negli stessi giorni in cui il nostro paziente vi era ricoverato, nel reparto di Ortopedia di Polistena era risultata positiva al Covid19 la badante di un altro paziente (che dunque, a prescindere dalla sua provenienza, frequentava il reparto). Dal canto nostro, avevamo inibito l’accesso agli esterni (visitatori, familiari, assistenti non sanitari) molto tempo prima e interrotto tutte le attività ambulatoriali. Il nostro personale era ed è dotato di presidi di sicurezza, oggi ulteriormente potenziati. Abbiamo adottato, sin dalla fine di febbraio e consapevoli delle difficoltà di sottoporre a tampone tutti i dimessi dagli ospedali, un protocollo interno per l’isolamento dei nuovi ricoverati. Dopo un periodo di misurazione manuale della temperatura al personale in ingresso e in uscita, abbiamo provveduto alla installazione di un termoscanner. In queste ore è in corso la sanificazione totale della struttura a cura di una ditta specializzata.Sapevamo di essere a rischio, sapevamo che potevano esserlo i nostri pazienti: abbiamo cercato, nei limiti delle nostre possibilità, di non farci trovare impreparati.La lotta al Covid19 è ancora lunga e non possiamo ancora dirci al sicuro. Per questo, continueremo a lavorare con la stessa determinazione e sempre per tutelare la salute dei nostri pazienti e di tutti gli operatori in servizio.